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Mazzette ai pompieri per certificati antincendio, coinvolto l’eroe del sisma in Abruzzo

Tre funzionari dei vigili del fuoco e cinque professionisti sono finiti in manette, tra di loro anche il pompiere eroe di Onna che si era distinto durante il tragico terremoto in Abruzzo.
A cura di Antonio Palma
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Bustarelle ai vigili del fuoco ma anche regalini e viaggi per le loro famiglie in cambio di un ammorbidimento dei controlli per le certificazioni antincendio degli impianti industriali. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Torino al termine di una serie di indagini coordinate dalla locale procura della Repubblica che martedì hanno portato all'esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare per altrettante persone accusate di corruzione in concorso. In manette così sono finiti tre funzionari dei vigili del fuoco, due in servizio presso il comando di Torino (uno già in pensione) e uno negli uffici centrali di Roma, e altre cinque persone tra professionisti e imprenditori che, a vario titolo, avrebbero pagato le tangenti per ottenere i certificati.

In carcere sono finiti 2 funzionari dei vigili del fuoco e 2 professionisti, mentre per gli altri disposti gli arresti domiciliari. Tra questi ultimi con grande sorpresa è finito anche Nazareno Feliciani, il vigile del fuoco eroe di Onna durante il terribile Terremoto in Abruzzo. La presenza del funzionario nell'inchiesta ha sconvolto tutto il comando dei vigili del fuoco visto che fino ad ora il suo nome era legato solo al valoroso intervento dell'aprile di sette anni fa, quando a capo di una squadra di 18 vigili del fuoco portò i primi soccorsi nel paese devastato dal sisma.

L'indagine ha preso avvio a seguito di una segnalazione al comando provinciale del Corpo e si è avvalsa anche di registrazioni video con telecamere nascoste. Secondo i carabinieri, il modus operandi prevedeva che i funzionari dei vigili del fuoco o i professionisti incaricati da imprenditori ed enti della redazione del certificato prevenzione incendi paventassero costi di adeguamento degli impianti particolarmente alti, inducendo così a pagare denaro o altre regalie per ottenere valutazioni più morbidi. "Alcuni imprenditori erano consapevoli del patto corruttivo; in altri casi erano i professionisti a elargire utilità ai funzionari pubblici, gonfiando i costi della propria prestazione d’opera" hanno spiegato i militari dell'arma.

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