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Maxi blitz contro la ‘ndrangheta: 116 persone fermate in Calabria

L’operazione dei carabinieri contro le più importanti cosche del “mandamento” ionico ha messo in ginocchio 24 clan storici della ‘ndrangheta calabrese.
A cura di Antonio Palma
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Una maxi operazione contro la ‘ndrangheta è in corso da questa mattina all'alba da parte dei Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria coordinati dalla locale Direzione distrettuale antimafia. I militari hanno fermato ben 116 persone destinatarie a vario titolo di diverse misure cautelari firmate dalla magistratura. In particolare nel mirino del blitz sono finiti i vertici delle più importanti cosche del "mandamento" ionico, quello ritenuto il principale  collegamento dell'intera ‘ndrangheta con le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere.

All'operazione, che ha messo in ginocchio 24 clan storici della ‘ndrangheta calabrese, hanno partecipato oltre mille carabinieri coadiuvati da elicotteri, unità cinofile e militari specializzati nella localizzazione di bunker e cavità nascoste. In manette sono finiti elementi di spicco, capi e gregari dei vari gruppi criminali che si spartivano le attività illegali della zona. Gli indagati devono rispondere a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, truffa ed altri reati, tutti aggravati dalla finalità mafiosa di agevolare la ‘ndrangheta.

Il blitz è scattato al termine di una lunga e complessa inchiesta che, unendo diversi filoni investigativi, ha consentito di ricostruire le gerarchie e gli organigrammi delle cosche, portando alla luce una rete di estorsioni e affari illeciti oltre a infiltrazioni in appalti pubblici e lavori privati. Gli inquirenti infatti hanno cercato di fare luce non solo sull'ala operativa e militare" delle organizzazioni di ‘ndrangheta ma anche su quella degli affari economici anche se  non arriva a toccare i rapporti dei clan con la politica. Tra le  persone arrestate nel blitz condotto dai carabinieri in provincia di Reggio Calabria c'è anche il figlio del boss Morabito che nelle intercettazioni si vanta dell'eredità del padre, affermando: "Qua lo Stato sono io, la mafia originale, non quella scadente".

"Grazie ad un lavoro certosino del Ros, sono state riprese e valorizzate diverse indagini del passato che ci hanno permesso di far luce sulla struttura di diversi clan operanti su un territorio molto vasto e strategico per la ‘ndrangheta", ha spiegato il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. In particolare l'inchiesta  ha accertato la presenza di veri e propri "tribunali" che servivano per giudicare gli affiliati sospettati di violazioni delle regole e stabilire le procedure per sanare faide all'interno delle ‘ndrine. L'inchiesta conferma "la pericolosità della ‘ndrangheta quale struttura unitaria e segreta, articolata su più livelli e provvista di organismi di vertice, che nella provincia di Reggio Calabria trova tuttora il suo prioritario ambito operativo decisionale", hanno sottolineato gli inquirenti

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