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Matteo Salvini contro i giudici: “Processatemi pure ma non fatemi perdere tempo”

Durante un comizio elettorale il ministro dell’Interno Matteo Salvini attacca nuovamente i giudici del Tribunale dei ministri, lasciandosi andare a una mezza imprecazione: “Dopo il tentato processo, ora a Catania ci stanno provando di nuovo. Processatemi pure, ma bloccare un ministro perché blocca un barcone… Che caz…”.
A cura di Redazione
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È ancora una polemica che coinvolge il ministro dell'Interno Matteo Salvini a dettare l'agenda politica per quanto concerne la questione degli sbarchi sulle coste italiane. Dopo che nella giornata di venerdì sono state oltre 120 le persone che sono riuscite a raggiungere il territorio italiano, il leader leghista prova a rilanciare la necessità del cosiddetto decreto sicurezza bis e replica alle tante perplessità sulle misure annunciate, che arrivano anche dal Movimento 5 Stelle (solo poche ore fa Luigi Di Maio ha parlato del nuovo provvedimento come di una "delusione"). Nella lettura di Salvini "non è accettabile che i colleghi di governo dicano ‘no, questo decreto non mi piace', io non posso accettare i signor no perché il Paese ha bisogno di cose da fare e non da bloccare. Non ci servono i bastian contrario ma persone che guardano avanti, che aiutano il paese a cresce e a tornare a correre". Poi aggiunge: "L'unica cosa che a me interessa bloccare sono i barconi, perché questo paese ha bisogno di ordine, rispetto e disciplina".

Dal palco di Sanremo, dove sta partecipando a una iniziativa elettorale, il vicepresidente del Consiglio lancia però anche una bordata ai giudici. "Sull'immigrazione siamo stati in grado di dimostrare all'Europa che possiamo fare da soli. Tutto questo mi è costato un tentato processo, che è stato respinto, anche se ora stanno provando nuovamente a processarmi a Catania, con il Tribunale dei ministri. A loro dico, se volete processarmi fate pure, ma non mi fate perdere tempo. Indagare un ministro perché blocca un barcone per qualche giorno… Ma c…".

Sull'imminente appuntamento delle elezioni Europee, addirittura i toni sono da crociata: "Sarà un referendum tra la vita e la morte, tra il futuro e il passato. O riprendiamo questa Europa per i capelli e la ripuliamo, oppure ai nostri figli lasceremo uno stato islamico fondato sulla precarietà e sulla paura".

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