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Matteo Salvini a Como: “Nessuna crisi di Governo prima o dopo le europee, sono tutte cassate”

Matteo Salvini, dopo aver difeso il governo, è stato accolto a Como da una piazza Verdi gremita, a cui ha parlato di immigrazione e infrastrutture, poi ha fatto i complimenti a imprenditori e artigiani. Stemperate ancora le voci di tensione con il Movimento 5 Stelle, ma è ancora aperta la polemica sul ddl Pillon.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Ieri sera Matteo Salvini è stato accolto a Como da un vero e proprio bagno di folla. Ma prima di iniziare il comizio in un'altra delle tante piazze italiane, il vicepresidente del Consiglio ha difeso il suo esecutivo: "Escludo assolutamente una crisi di governo, prima, durante e dopo le elezioni europee". Ieri mattina Luigi Di Maio aveva chiesto al suo pari grado di smentire il titolo di Repubblica che virgolettava "Qui comando io", riferito al capo della Lega. "Si minaccia ogni giorno la crisi di Governo, io non lo faccio mai perché so che gli italiani ci pagano per governare questo paese – ha aggiunto il vicepremier grillino – sappiamo bene che ci sono differenze di opinione e ogni volta che ci saranno io le dirò. Ma questo non vuol dire che si debba arrivare a dire ‘qui comando io', questo mi dispiace". Già in mattinata da una radio fiorentina Salvini aveva definito "cassate" le notizie che riportano i giornali "dal primo giorno che abbiamo giurato". Poi ha continuato difendendo il Governo: "Dicono che siamo litigiosi, fascisti, razzisti, ma dopo nove mesi gli italiani hanno toccato con mano: abbiamo fatto tante cose e tante le stiamo preparando".

Sul palco di Como Salvini ha toccato i temi più cari alla popolazione locale: l'immigrazione e le infrastrutture. "Anche a Como l’immigrazione era diventata un business – ha detto il vicepremier – nella Como che ho in testa donne e bambini che scappano dalla guerra hanno in Como la loro casa, ma ne erano arrivati troppi che la guerra ce l’hanno portata in casa. Il catechismo dice che accogliere è un dovere, nei limiti del possibile. Quindi limiti e regole". Il ministro dell'Interno ha annunciato ad una piazza Verdi gremita il risultato di cui va più fiero, cioè che "meno partenze e meno sbarchi significano meno morti, meno bambini morti sul fondo del mar Mediterraneo".

Poi Salvini si è spostato a Villa d'Este per un incontro con decine di artigiani e imprenditori locali, a cui ha fatto i complimenti perché, a differenza di altri, "gli amici di Como fanno, portano progetti, fanno proposte”. Il vicepremier ha fatto tanti riferimenti alla situazione della città e del comasco: la tangenziale, l'ex area industriale della Ticosa da terminare e le paratie da completare.

Per quanto riguarda la "crisi di Governo" non è la prima volta che i vicepremier devono smentire le voci di tensione nell'esecutivo. Le questioni Tav, infrastrutture e autonomie, il caso Diciotti, le elezioni regionali e ora anche la famiglia con il ddl Pillon. L'ultima polemica è iniziata dopo un weekend infuocato, tra il congresso sulla famiglia e le manifestazioni di protesta. Ieri mattina Vincenzo Spadafora, sottosegretario grillino alla presidenza del Consiglio, ha confermato che il ddl Pillon "non arriverà mai in aula", definendolo "archiviato". Mentre un altro sottosegretario, Stefano Buffagni, gli faceva eco, sottolineando come queste siano solo "diatribe elettorali, in questo momento le priorità sono l'interesse del paese e la tenuta economica, chi parla di caduta del governo lo fa più in un'ottica strumentale che altro". Dura la risposta della Lega che, tramite il capogruppo Massimiliano Romeo, ha richiamato all'ordine gli alleati di Governo: "Il ddl Pillon, che è firmato anche dal Movimento 5 Stelle, rispecchia il contratto".

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