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Matteo Renzi: “Hanno tagliato i vitalizi degli altri, ma quello di Luigi Di Maio non è stato toccato”

Matteo Renzi attacca Luigi Di Maio sul taglio dei vitalizi e sul Decreto dignità, definendolo “ministro della Disoccupazione”. L’ex presidente del Consiglio sul taglio dei vitalizi attacca: “Il vitalizio di Di Maio – perché Di Maio, Fico e tanti altri con la scorsa legislatura hanno ottenuto il vitalizio – non lo hanno toccato. Hanno toccato alcuni di quelli del passato”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nella sua ultima e-news l’ex segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi fornisce quello che definisce un “breve kit per difendersi dalle bugie scientifiche di chi sta al governo”. E il primo punto riguarda un provvedimento preso negli scorsi giorni alla Camera: il taglio dei vitalizi per gli ex parlamentari sulla base della delibera presentata dal presidente dell’aula di Montecitorio Roberto Fico. Renzi precisa da subito che “non è vero” che hanno abolito i vitalizi. “Hanno semplicemente ricalcolato alcuni vitalizi e solo i vitalizi degli altri. Il vitalizio di Di Maio – perché Di Maio, Fico e tanti altri con la scorsa legislatura hanno ottenuto il vitalizio – non lo hanno toccato. Hanno toccato alcuni di quelli del passato”, scrive Renzi aggiungendo: “Bene, è facile fare gli splendidi con i vitalizi degli altri. Si dice: quei soldi serviranno per chi sta peggio. No, è una battaglia che non fanno per il sociale, ma che fanno esclusivamente per i loro social. E invece la verità è semplice: hanno ricalcolato alcuni vitalizi degli altri, tenendosi integro il proprio maturato nella scorsa legislatura”.

Renzi chiede alla Lega di “restituire il maltolto”, facendo riferimento ai 49 milioni di euro e alla sentenza della Cassazione. “Ci sono alcuni senatori del Pd, che tutti i giorni intervengono in aula per chiedere alla #LegaLadrona di rispettare la sentenza della Cassazione. Che fine hanno fatto quei 49 milioni che sono stati rubati al popolo italiano? Perché non ne parla nessuno? Immaginate se fosse accaduta al Pd una cosa del genere. Qui c’è una sentenza della Cassazione e nessuno viene neanche in Parlamento a rispondere? Abbiamo chiesto a Salvini come ministro dell’Interno e a Bonafede come ministro della Giustizia. Che aspettano a venire in Aula e rispondere come loro dovere istituzionale? Possono fare anche la diretta Facebook, dopo, se vogliono. Ma devono farla dall’Aula, rispondendo ai senatori”.

Il senatore del Pd chiede anche a Bonafede di riferire in Parlamento sui “suoi rapporti con l’avvocato Lanzalone”. E si sofferma poi sulla vicenda del Decreto dignità: “Il ministro Di Maio si è arrabbiato con i tecnici perché hanno certificato che il suo decreto legge che ha prodotto con grandi sforzi porterà alla perdita di 80.000 posti di lavoro in dieci anni. E la cosa incredibile è che quel dato è inserito nella relazione di Di Maio, non negli interventi dell’opposizione. Non è un complotto, è una confessione! È il primo ministro della storia che potrebbe cambiare nome al suo dicastero: doveva essere il ministro del lavoro, grazie alle sue brillanti intuizioni è diventato il ministro della disoccupazione”.

Renzi racconta inoltre tre elementi riguardanti la politica internazionale e il suo futuro:

Sono appena tornato da Johannesburg, dove ero stato invitato alla cerimonia per i 100 anni della nascita di Nelson Mandela. Il discorso ufficiale è stato tenuto da un grandissimo Barack Obama Ho avuto occasione di fare un bilaterale con Obama al mattino: l’ho trovato davvero bene, molto deciso a lavorare per il progetto educativo e culturale di formazione di una nuova classe dirigente in tutto il mondo. Abbiamo molti progetti per il futuro e sarà bello non perdere mai la speranza e l’ottimismo di poter cambiare. Continuare a crederci, a lottare, a combattere.

Nel frattempo c’è un altro presidente alla Casa Bianca e si chiama Donald Trump. Il suo incontro con Putin a Helsinki è stato molto criticato persino dai commentatori più fedeli alla sua linea. Perché Trump ha dato ragione a Putin su tutto, persino sulle storie di interferenze elettorali su cui rapporti ufficiali dei servizi segreti americani hanno scritto parole pesanti. Avreste mai immaginato, vi domando, la scena di un presidente americano che dovendo scegliere tra i russi e la CIA dà ragione ai russi? Io no. E infatti oltre Oceano ci sono rimasti talmente male che Trump si è dovuto scusare.

Eppure c’è una parte positiva tutta da costruire. Per questo vi invito a segnare in agenda l’appuntamento del 19-20-21 ottobre alla Leopolda. Sarà un’occasione per lanciare una grande sfida per mille ragazzi under 30.

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