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Massimo dona il midollo e salva una vita. Aveva una possibilità su 100mila

Massimo Bagnoli, 33 anni, ha donato il suo midollo osseo e così ha potuto salvare la vita di una persona compatibile da qualche parte del mondo.
A cura di D. F.
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Massimo Bagnoli, 33 anni, fino a pochi giorni fa non sapeva di avere un fratello in giro per il mondo. Non un fratello di "sangue", bensì di midollo. Proprio il suo midollo è infatti risultato compatibile con quello di un paziente che lo stava attendendo per non morire. Lui ha effettuato la donazione e se il trapianto sarà andato come si spra, grazie al suo gesto, avrà salvato una vita. "Solo uno su centomila è compatibile con il tuo midollo e aspetta te per essere salvato. Quante volte ho ripetuto questa frase nelle scuole. E poi? E poi, qualcuno o il destino ha fatto il suo gioco ed è toccato proprio a me".

Massimo non è un donatore "qualsiasi". Da alcuni mesi infatti è il presidente dell’Avis di Livorno, dove da sette anni è donatore di sangue. In decine di occasioni ha spiegato, soprattutto ai più giovani, l'importanza delle donazioni: "Negli ultimi anni – ha raccontato al Tirreno – ho girato tutte le scuole superiori della città, invitando i giovani a provare che cosa voglia dire donare il sangue e descrivendo le emozioni che si percepiscono. In queste occasioni, grazie alla presenza di Admo Livorno, ho sempre portato il mio esempio agli studenti: Ragazzi, ripetevo, quando andrete a donare il sangue la prima volta, ricordatevi di chiedere un prelievo in più e richiedete l’iscrizione al registro italiano dei possibili donatori di midollo, è importante. Solo una persona su centomila risulta compatibile con il vostro midollo. Ma potrebbe essere proprio quella che ha bisogno di una donazione".

Un curioso gioco del destino ha fatto sì che proprio a Massimo arrivasse la telefonata che gli ha cambiato per sempre la vita: "Mi ero iscritto all’Admo nel 2010 e il mio nominativo, come tutti gli altri associati, era inserito nel registro mondiale di possibili donatori di midollo. Sapevo che forse non sarei mai stato chiamato ma ero consapevole dell’importanza di esserci. Una mattina è arrivata una telefonata che non scorderò mai: mi hanno chiamato dicendomi che dovevo recarmi nuovamente a effettuare delle analisi per verificare l’eventuale compatibilità con un paziente che poteva aver bisogno del mio midollo. Le analisi di approfondimento hanno confermato che la compatibilità era al 100% per la donazione di midollo osseo. Ho sentito il cuore che batteva forte, è stata un’emozione fortissima. La donazione è avvenuta col metodo dell’aferesi da sangue periferico: 4 ore a doppio accesso venoso – racconta l'uomo -, da una parte toglievano sangue, poi separavano le cellule staminali e nell’altro braccio mi ridavano il resto. Quando ho finito, ho visto il corriere arrivare in ospedale, caricare le mie cellule e ripartire. Mi hanno detto che se il trapianto ha funzionato avrò un altro fratello. Non lo conoscerò mai ma è fantastico sapere che c’è ed è vivo grazie a me".

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