155 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Massacra a martellate una donna, condannato a 14 anni: chiede lo sconto di pena

I legali di Piter Polverino, l’uomo che nel 2016 ha ucciso la 39enne Katia Dell’Omarino a Sansepolcro (Arezzo), hanno impugnato la sentenza di condanna a 14 anni, chiedendo che la pena venga alleggerita perché non sussiterebbe l’aggravante della minorata difesa. Katia è stata uccisa a martellate dopo un rapporto sessuale a pochi passi dal torrente Afra.
A cura di Angela Marino
155 CONDIVISIONI
Immagine

Condannato a 16 anni in primo grado, poi ridotti a 14 in appello, oggi Piter Polverini, l'uomo che nel 2016 ha ucciso a martellate la 39enne Katia Dell'Ormarino, ricorre in Cassazione per chiedere una pena ancora più lieve. I legali del 27enne di San Giustino che dal 2016 è rinchiuso in carcere chiedono che venga cassata l'aggravante della minorata difesa, riconosciuta dalla sentenza – Polverini ha ucciso Katia a martellate sfondandole il cranio. Secondo la difesa del giovane, le capacità di difesa di Katia la notte in cui è stata ammazzata, non sarebbero state pregiudicate in quanto, la donna, aveva scelto consapevolmente di appartarsi con Piter per un rapporto sessuale, dunque non era sotto minaccia né coercizione.

La lite per pochi euro

Il conflitto, secondo la ricostruzione processuale, è scoppiato quando la donna ha chiesto al ragazzo, in cambio della prestazione sessuale, una cifra più alta di quella che lui era disposto a pagare, ottenendo un rifiuto al quale ha reagito minacciandolo di parlare a tutti di quel rapporto. Allora sarebbe scattata la furia omicida del Polverino, che avrebbe – sempre secondo la ricostruzione del Tribunale – prima tentato di strangolare e poi aggredito con il martello che aveva in auto, per poi lasciare il corpo di Katia, sfigurato, a due passi dal cosiddetto ‘Ponte del Diavolo' a Sansepolco. Polverini, dipendente di una sala scommesse, è stato rintracciato grazie al DNA presente sulla scena e arrestato pochi giorni dopo i fatti.

La sentenza

In sede processuale, l'omicidio è stato giudicato come un ‘delitto d'impeto' e l'imputato, sottoposto a perizia psichiatrica, è stato riconosciuto affetto da un parziale ‘ vizio di mente'. Nonostante la dinamica cruenta l'aggravante della crudeltà è stata esclusa la pena, fissata a 24 anni di carcere è scesa prima a 21, poi a 14 e potrebbe diminuire ulteriormente con l'impugnazione della sentenza in Cassazione. Si attende la data dell'udienza davanti alla Suprema Corte.

155 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views