5.181 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Martina: “Un’ora a settimana di educazione alla cittadinanza nelle scuole”

Il segretario del PD rilancia la proposta del Sindaco di Firenze Nardella sull’ora di cittadinanza da insegnare nelle scuole italiane: “Per noi ci vuole più cultura, più scuola, più educazione civica. Che nelle scuole si apprendano diritti e doveri dei cittadini. La grandezza delle idee della nostra Costituzione, ad esempio”.
A cura di Redazione
5.181 CONDIVISIONI
Immagine

Come vi stiamo raccontando, sono giorni molto complicati all'interno del Partito Democratico, che fra qualche mese sarà impegnato nel Congresso per scegliere il nuovo segretario e gruppo dirigente. Il segretario reggente Maurizio Martina ha parlato in queste ore con una lunga intervista al Quotidiano Nazionale, seguita a una serie di interventi alle Feste de L'Unità che si stanno tenendo in molte regioni della Penisola, soffermandosi però su una specifica proposta, avanzata per primo dal Sindaco di Firenze Dario Nardella: l'introduzione dell'ora di educazione alla cittadinanza nelle scuole italiane. SI tratterebbe di una sorta di nuova versione dell'educazione civica, che negli anni passati trovava spazio nelle scuole elementari e medie.

Spiega Martina: Parte tutto dalla scuola. "I nuovi cittadini si formano lì, l’Italia di oggi e di domani passa per la riscoperta del ruolo civico dell’insegnamento. Per questo è giusto sostenere la proposta presentata dal sindaco di Firenze Nardella, assieme a molti altri amministratori, per l’introduzione dell’ora di educazione alla cittadinanza. E il migliore investimento sul nostro futuro [… ] Se cresce l’intolleranza, il senso di insicurezza, la solitudine, anche tra i più piccoli, come reagisci? Per noi ci vuole più cultura, più scuola, più educazione civica. Che nelle scuole si apprendano diritti e doveri dei cittadini".

Nella lettura dell'ex ministro del Governo Gentiloni, una legge di questo tipo servirà anche a contrastare l'impatto dell'odio sui social: "Tra i ragazzi sta diventando un problema sociale. Ci vuole di sicuro un impegno forte nelle scuole, ma anche le piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram devono mettere in campo strumenti di sicurezza. Non si può morire di cyberbullismo". La proposta sarà lanciata nei circoli, che si impegneranno per il raggiungimento delle firme necessarie per una legge di iniziativa popolare: "L’obiettivo è raccogliere le 50mila firme necessarie, per poter condividere questa proposta con tanti cittadini e portarla così all’attenzione del Parlamento. Una legge popolare che mi auguro che la maggioranza sappia valutare, anzi sappia approvare in tempi rapidi".

5.181 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views