Martina apre al referendum fra gli iscritti al PD sul governo coi 5 Stelle
Sono giorni molto complicati in casa Pd, dopo la chiusura del mandato esplorativo mirato affidato al Presidente della Camera Roberto Fico. La discussione sul "che fare" ha in effetti acceso un rovente dibattito interno, animato in particolare dalla componente renziana, che contesta anche la sola possibilità di sedersi al tavolo e cominciare a parlare con il Movimento 5 Stelle. Un crescendo di polemiche e dibattiti che avrà il culmine giovedì 3 maggio, quando è in programma la direzione nazionale del Partito Democratico.
Un appuntamento che, come precisa il segretario reggente Maurizio Martina, non avrà come obiettivo quello di esprimere la posizione definitiva del partito in merito a un accordo col M5s per la formazione di un nuovo governo assieme, quanto piuttosto quello di indicare la direzione verso la quale la dirigenza è chiamata a muoversi. Spiega l'ex ministro dell'Agricoltura a Maria Latella su SkyTg24: "Nella direzione del 3 maggio non dovremo decidere se fare o non fare un governo con il Movimento 5 Stelle, ma capire se ci sono le condizioni per iniziare un confronto, entrare nel merito delle questioni, valutare i possibili punti di intesa". Per Martina, pur nella consapevolezza che PD e M5s sono "forze diverse", si tratta di un passaggio necessario poiché "i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese" e dunque il PD non può sottrarsi al confronto in modo aprioristico.
La decisione finale spetterà comunque agli iscritti al partito, assicura Martina, aprendo per la prima volta in maniera concreta all'ipotesi di un referendum fra la base democratica: "Se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con il Movimento, allora io credo sia giusto che i passaggi successivi e l’eventuale esito finale di questo lavoro vengano valutati anche dalla nostra base nei territori con una consultazione".