Marò, parla il ministro degli Esteri indiano: “Buona fede da noi è attenuante”
Parole che fanno sperare, in merito al destino dei due marò italiani in India, sono state pronunciate oggi da Salman Kurshid, ministro degli Esteri indiano che da Mosca ha parlato di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il ministro indiano ha ricordato che nel loro Paese esiste “un’attenuante molto cruciale, quella della buona fede”. Un’attenuante che (sebbene le indagini sul caso siano state affidate alla polizia antiterrorismo) dovrebbe dunque scongiurare la pena di morte per gli italiani. Perché, ha detto il ministro, “se uno agisce in buona fede non c’è colpevolezza penale”. Il capo della diplomazia indiana ha detto che negli ultimi 10 anni sono state decise due o tre esecuzioni nel Paese, in gran parte per terrorismo o crimini molto gravi e questo non sarebbe il caso dei marò che “non hanno ucciso molte persone”.
Il processo a carico dei marò durerà due o tre mesi – Lo stesso ministro indiano ha parlato anche dei tempi del processo a carico di Latorre e Girone. Un processo che, secondo lui, potrebbe durare due, tre mesi. Infine qualche parola anche a proposito del neo ministro italiano degli Esteri, Emma Bonino. Nuova Delhi è pronta a collaborare con lei per mettere il caso dei marò “nella giusta prospettiva, andare avanti e infine considerarlo un capitolo chiuso”. Il ministro ha sottolineato l’importanza che la Bonino “venga informata a breve adeguatamente” sul caso.