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Marò, Mattarella: “Hanno sostegno del Paese, felice quando potrò incontrarli in Italia”

Il Presidente della Repubblica in occasione dell’incontro con i marinai della fregata Carabiniere: “Sarò davvero lieto quando potrò incontrarli insieme in Italia”
A cura di Antonio Palma
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"I due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre hanno il sostegno di tutto il Paese", lo ha ricordato ancora una volta oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i marinai della fregata Carabiniere, impegnata proprio in una missione antipirateria come i due fucilieri, nel porto di Mascate in Oman. "Il mio pensiero va anche questa volta alla missione dei fucilieri di marina Girone e Latorre, impegnati anch'essi a difesa della sicurezza delle nostre navi mercantili" ha dichiarato infatti il Capo dello Stato ringraziando gli uomini della marina militare italiana. "A loro rinnovo il mio sostegno e il sostegno del paese. Sarò davvero lieto quando potrò incontrarli insieme in Italia" ha aggiunto Mattarella.

"La vostra è una missione certamente Impegnativa, considerata l'ampiezza dell'area da pattugliare: dalle acque prospicienti la regione del Puntland, nel Corno d'Africa, al golfo di Aden e all'Oceano Indiano, fino al largo dell'India. Un mare sconfinato da solcare, per prevenire e contrastare le azioni dei pirati, perpetrate anche a oltre mille miglia dalle proprie basi d'appoggio" ha ricordato il Presidente nel suo discorso, sottolineando che "naturalmente particolarmente intenso è il rischio nelle aree più vicine alla costa somala. Un impegno considerevole per l'intera comunità internazionale, per garantire la libertà di navigazione e l'affermazione del diritto internazionale". "Ora, grazie alle efficaci azioni di contrasto al fenomeno poste in essere dalla comunità internazionale, il numero degli assalti, che ha toccato il picco pochi anni addietro, si è ridotto drasticamente. La guardia va tenuta alta, come sempre. Ma l'obiettivo della restituzione di questi mari alla legalità e alla libertà di navigazione adesso è più vicino, grazie anche alla vostra opera. E' con piacere che esprimo a tutti voi e a coloro che hanno operato su questi mari per lunghi anni, il mio apprezzamento e la riconoscenza di tutta l'Italia" ha concluso Mattarella

Arbitrato internazionale per i marò

Intanto per districare il caso Marò ci si dovrà affidare alle decisioni dalla Corte permanente di Arbitrato dell'Aja che si è costituita all'inizio di questo mese dopo la richiesta dell'Italia. I cinque giudici chiamati a dirimere la questione sulla giurisdizione del caso, oltre all'italiano Francesco Francioni e all'indiano P. Chandrasekhara, sono il coreano Jin-Hyun Paik, il giamaicano Patrick Robinson e il russo Vladimir Golitsyn, nel ruolo di presidente. La prima sentenza del tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo ha imposto sia all'India sia all'Italia i sospendere ogni tipo di giurisdizione sul fatti in attesa della decisione finale. L'Italia ritiene che la controversia sia "un incidente avvenuto a circa 20,5 miglia nautiche al largo delle coste indiane, che ha coinvolto la nave Enrica Lexie, una petroliera battente bandiera italiana, e il conseguente esercizio della competenza penale dell'India nei confronti di due fucilieri della Marina italiana". La controparte indiana ritiene invece che "l'incidente in questione riguardi la morte di due pescatori indiani che si trovavano a bordo di un'imbarcazione indiana, il St. Antony, di cui sarebbero responsabili due fucilieri in servizio a bordo della Enrica Lexie, e il conseguente esercizio della competenza indiana".

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