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Mariano Rigillo omaggia Patroni Griffi a dieci anni dalla scomparsa (VIDEO)

A dieci anni dalla scomparsa di Giuseppe Patroni Griffi, autore e regista di teatro e di cinema, Mariano Rigillo gli rende omaggio portando in scena al Teatro Mercadante “Il mio cuore è nel sud”, ballata in versi e prosa su musiche originali del compositore Bruno Maderna.
A cura di Andrea Esposito
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A dieci anni dalla scomparsa dell’autore e regista Giuseppe Patroni Griffi, Mariano Rigillo gli rende omaggio portando in scena al Teatro Mercadante lo spettacolo “Il mio cuore è nel sud”, ballata in versi e prosa del 1950 con musiche originali e inedite di Bruno Maderna. Lo spettacolo rientra nel progetto “Storie naturali e strafottenti”, un ciclo di cinque spettacoli, diretti da altrettanti registi, dedicati alla figura di Patroni Griffi.

Chi è Patroni Griffi?

Giuseppe Patroni Griffi (Napoli, 1921 – Roma, 2005) è stato un drammaturgo, sceneggiatore, scrittore e regista di teatro, opera, cinema e tv. Allievo di Luchino Visconti ha diretto undici film con attori del calibro di Elizabeth Taylor, Marcello Mastroianni, Jean-Louis Trintignant e Terence Stamp, tra cui ricordiamo: “Napoli notte e giorno”, tratto dall’opera di Raffaele Viviani, e “Metti, una sera a cena”, entrambi del 1969. In “Divina creatura” del 1976 Patroni Griffi diresse Laura Antonelli in una lunga scena di nudo che suscitò all’epoca grande scandalo. Per la tv ha diretto in mondovisione un’edizione di “Tosca” di Giacomo Puccini, nel 1992, e una di “La traviata” di Giuseppe Verdi, nel 2000, entrambi vincitori di un Emmy Award, come miglior film e migliore regia televisiva. Per quanto riguarda il teatro a lui si deve la riscoperta in ambito nazionale e internazionale della figura di Raffaele Viviani con gli spettacoli “Napoli notte e giorno” e “Napoli, chi resta e chi parte” e il grande lavoro fatto con la trilogia del “teatro nel teatro” di Pirandello con “Questa sera si recita a soggetto”, “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”.

Il mio cuore è nel sud

“Il mio cuore è nel sud” è un radiodramma in versi e prosa trasmesso dalla RAI (Rete rossa) l’11 marzo 1950 con la regia di A.G. Majano e l’Orchestra Sinfonica della Rai diretta del maestro Bruno Maderna che compose ad hoc la partitura. Il testo di Patroni Griffi si inserisce nella musica di Maderna come una sezione orchestrale producendo un amalgama sonoro che mette insieme voci e ritmi tipici del sud del mondo: dal jazz, al boogie-woogie, al blues. Sul piano tematico “Il lavoro riflette – scrive Rigillo nelle note allo spettacolo – le tendenze e le discussioni che animavano il panorama culturale italiano nell’immediato dopoguerra.  Dal punto di vista drammatico, il testo di Peppino Patroni Griffi evidenzia l’interesse verso la dimensione sociale del racconto e gli strati più emarginati della società”.

Il ricordo di Mariano Rigillo

“Credo di essere l’attore italiano che più di tutti ha lavorato con Peppino”. Così Mariano Rigillo esordisce per descrivere il lungo rapporto di lavoro e amicizia che lo legava a Patroni Griffi. “Credo di aver fatto con lui circa dodici spettacoli a teatro, oltre al film ‘Metti una sera a cena'… è stato un sodalizio importantissimo per me e, mi permetto di pensare, anche per lui perché quelli che abbiamo fatto insieme sono stati tutti spettacoli importanti, a partire da ‘Napoli, notte e giorno' che facemmo nel 1967 al Teatro Stabile di Roma e che fu il grande lancio nazionale e anche internazionale di Viviani”. Dopo questo spettacolo, numerosi sono stati i lavori del Maestro a cui Rigillo ha partecipato: da "La bottega del caffè" e "Le femmine puntigliose" di Goldoni; da "Questa sera si recita a soggetto" a "Sei personaggi in cerca d’autore" a "Ciascuno a suo modo" di Pirandello; da "Napoli, chi resta e chi parte" di Viviani a "Persone naturali e strafottenti" dello stesso Patroni Griffi. Ma quando si conobbero? “Era l’estate del 1966, io recitavo “Androclo e il leone” di George Bernard Shaw a Ostia Antica e la regia era di Mario Ferrero amico di Peppino che venne a vedere lo spettacolo. Alla fine venne in camerino, mi guardò e disse solo: Tu e io lavoreremo insieme l’anno prossimo. Quando Patroni Griffi ti sceglieva per un ruolo, aveva un dono: ti faceva credere che per lui tu eri il più grande attore del mondo, che quel ruolo potevi interpretarlo solo tu. Allora, sentendo questo, tu attore, sentivi anche il dovere di ricambiare, di mostrare che lui non si sbagliava. E allora metti in moto una serie di meccanismi per cui diventi creativo. E allora alla fine mi dicevo: faccio tutto io! Che fa Patroni Griffi? Ti metteva nella condizione di creare, ecco cosa faceva. Tanto è vero che io feci un personaggio che mai avrei immaginato di interpretare in ‘Persone naturali e strafottenti', un personaggio scritto appositamente per me che era un travestito un po’ intellettuale. Lui mi lesse questa commedia a casa sua dopo cena, insieme a Pupella e altri amici. Alla fine della lettura io gli dissi: Ma tu sei pazzo!"

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