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Marcel Proust: tornano in libreria i racconti giovanili dell’autore della Recherche

L’editore Clichy ha da poco pubblicato un piccolo volume in cui si condensano le storie, gli amori e i tradimenti che Proust scrisse quando aveva solo venticinque anni.
A cura di Federica D'Alfonso
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Marcel Proust (1871-1922)
Marcel Proust (1871-1922)

Tempo, amore, illusioni: Marcel Proust è stato lo scrittore che più di tutti ha indagato questi tre particolari elementi della vita umana, costruendo su di loro un racconto immenso sia per mole che per bellezza. Ma l'opera di Proust non si esaurisce nelle tremila pagine della sua Recherche, e va indietro fino alla giovinezza con un volume che la casa editrice Clichy ha appena scelto di ripubblicare.

Non è un caso che il piccolo volume compaia nella collana “Père Lachaise” dedicata a testi inediti o perduti degli autori più rilevanti della letteratura moderna e contemporanea: i racconti giovanili di Proust sono stati per lungo tempo oscurati dalla sua opera più famosa, ma costituiscono un passaggio fondamentale nella comprensione della sua intera produzione letteraria. Le 192 pagine sono curate da Giuseppe Girimonti Greco ed Ezio Sinigaglia, e la qualità della nuova edizione di queste operette è resa ancor più alta dalle traduzioni di Ornella Tajani, Federica Di Lella e Mariolina Bertini.

Sei racconti giovanili

Il testo pubblicato da Clichy raccoglie una serie di racconti giovanili di Proust tratti da “I piaceri e i giorni” del 1896: “La morte di Baldassare Silvande”, “Violante o la Mondanità”, la “Malinconica villeggiatura di Madame de Breyves”, “La confessione di una ragazza” e “La fine della gelosia”. A questi si aggiunge “L'Indifferente”, una novella la cui esistenza è stata ignorata almeno fino agli anni Settanta del Novecento.

Rileggere questa raccolta di testi giovanili non vuol dire soltanto rintracciare i numerosissimi temi che saranno poi centrali nel capolavoro proustiano la Recherche, ma anche tornare indietro alla genesi di una concezione della letteratura molto particolare, unica nel suo genere: “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”. Per questo l'amore, la morte, la gelosia e le illusioni non possono non essere centrali fin dalla giovinezza di Proust, che ci racconta come tutti gli istanti di felicità siano effimeri, ansiosi di lasciare il posto all'indifferenza e al dolore.

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