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Manovrina, la maggioranza si spacca: passa la fiducia ma solo grazie agli assenti

Al Senato si consuma l’ennesimo strappo interno alla maggioranza di Governo. MDP – Articolo 1 non vota la manovrina: “Non possiamo tollerare che siano reintrodotti i voucher”.
A cura di Redazione
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Il Governo ha ottenuto la fiducia sulla conversione in legge del “decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”. Lo ha fatto grazie agli oltre 70 assenti alla votazione finale, ottenendo solo 144 sì, il margine più basso in un voto di fiducia.

Si tratta della cosiddetta “manovrina”, chiesta dall’Unione Europea, che determina un miglioramento di quasi 0,2 punti percentuali del PIL, pari a circa 3,1 miliardi di euro. Una somma che viene recuperata per il 90% circa agendo sul fronte delle entrate, prevedendo un maggiore gettito per le casse dello stato per circa 3,8 miliardi di euro.

La manovrino contiene anche una serie di misure molto discutibili, che hanno generato polemiche fra le forze politiche. Tra queste, soprattutto, la “reintroduzione dei voucher”, ovvero la nuova regolamentazione del lavoro accessorio, dopo che con un decreto legge il Governo aveva deciso di abolirli per disinnescare il referendum chiesto dalla CGIL. Proprio le reintroduzione dei voucher è al centro della polemica fra il Governo e Mdp – Articolo 1, la forza politica nata dalla scissione interna al Partito Democratico e ancora in maggioranza.

MDP ha scelto di non votare la fiducia al Governo, come ha spiegato il senatore Migliavacca: “La manovra contiene un vulnus che noi non possiamo tollerare, quello della reintroduzione arbitraria dei nuovi voucher: si introduce un precedente grave, per cui un governo cui non piace un referendum può intervenire per abrogarne la causa, salvo poi ripresentarla leggermente modificata poco dopo”. Gli ex del PD non avevano votato il provvedimento neanche alla Camera, ma a Montecitorio la maggioranza gode di ampia maggioranza.

Contrari anche Ala – Scelta Civica, Sinistra Italiana, Lega Nord, Forza Italia, MoVimento 5 Stelle.

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