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Manovra, D’Alema: “Senza investimenti e con un po’ di soldi a ricchi e poveri non si cresce”

Massimo D’Alema esprime i suoi dubbi sulla ricetta del governo per la crescita: “L’idea è solo quella che distribuendo un po’ di soldi ai poveri e ai ricchi aumenteranno i consumi. Ma questo meccanismo per cui ci sarà una spinta verso la crescita è tutto da dimostrare. Anche nei precedenti governi, le distribuzioni non hanno dato spinta alla crescita”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Massimo D'Alema, intervenuto a Di Martedì, critica la manovra, sostenendo che è improbabile che questa legge di Bilancio farà crescere il Pil: "C'è pochissimo su ricerca e investimenti, che sono le leve per la crescita e lo sviluppo. L'idea è solo quella che distribuendo un po' di soldi ai poveri e ai ricchi aumenteranno i consumi. Ma questo meccanismo per cui ci sarà una spinta verso la crescita è tutto da dimostrare. Anche nei precedenti governi, le distribuzioni, come gli 80 euro, non hanno dato spinta alla crescita".

L'esponente dem aggiunge: "C'è una condizione di crescente difficoltà, incertezza e diffidenza dei mercati verso il nostro Paese perché il governo, dopo avere annunciato che avrebbe contenuto il deficit all' 1,6%, poi ha optato per il 2,4". Per D'Alema "questo modo di pensare tra tre o sei mesi lo pagheremo tutti, anche il cittadino che andrà in pensione". 

E poi ribadisce: "Non tifo per i mercati, che andrebbero regolati ma se l'Italia perde credibilità, cresceranno i tassi, e di conseguenza anche i mutui, poi gli imprenditori pagheranno di più il denaro e tutta l'economia pagherà. Poi anche lo Stato avrà meno soldi per fare investimenti, sarà tutta una catena. Capisco punto di vista del cittadino, ma poi c'è una classe dirigente che dovrebbe avere maggior responsabilità". Ad una domanda sui motivi del riscaldamento dello spread, D'Alema ha risponde così: "Non credo che sia una crisi finanziaria, ma che ci sia una condizione di crescente difficoltà, di diffidenza degli investitori, questo sì". 

A proposito dell'immigrazione sostiene che "molte cose dette non sono vere. Negli anni scorsi c'è stato un flusso straordinario di profughi provocato dalla guerra in Siria che si è combinato al flusso dall'Africa. Ma l'emergenza è finita, quando Salvini è arrivato al governo era finita"

"La massa dei rifugiati è finita – prosegue – e il Paese che ne ha accolti di più non è l'Italia ma la Germania. Se ci ricordiamo cosa avvenne tre anni fa, in Germania accoglievano i profughi siriani con i fiori, in contrapposizione a chi ergeva muri". "Salvini ha gestito la paura non l'emergenza – afferma – In un paese che ha sempre vissuto con immigrazione, è accaduto che è diminuita la spesa pubblica per la crisi, l'italiano povero ha percepito gli immigrati come una minaccia ed ha avuto paura".

D'Alema interviene anche sulla leadership a sinistra, e invita il Pd all'autocritica: "La sinistra a mio giudizio ha molto da dire specie perché il Paese ha una prospettiva non facile: ma la sinistra ha solo una possibilità per tornare a contare: deve esprimere una nuova leadership che dica con onestà in cosa ha sbagliato".

"Se il Pd avesse dialogato con M5s dopo le elezioni, non avremmo questa situazione. Non dimentichi che Salvini non ha vinto le elezioni. Ha vinto il dopo elezioni, quando ha potuto dilagare anche grazie all'incapacità della sinistra di prendere qualsiasi iniziativa politica". Quanto a un possibile futuro dialogo tra la sinistra e M5s, D'Alema dice: "M5s dice di voler combattere privilegio e povertà e lo fa male. Compito della sinistra è dire ‘tu sollevi delle istanze giuste, io ti spiego qual è la risposta giusta".

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