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Malata terminale accende una sigaretta accanto all’erogatore d’ossigeno e muore carbonizzata

E’ accaduto nel Regno Unito: non è escluso che la donna intendesse suicidarsi dopo aver appreso che un tumore la stava lentamente uccidendo.
A cura di D. F.
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Sharon Reid, una donna di 62 anni di Yeovil, nel Regno Unito, ricoverata in una struttura per malati terminali, si è fatta esplodere per porre fine alle sue sofferenze avvicinando una sigaretta accesa alla bombola d'ossigeno che le consentiva di respirare. È trascorso un anno dal tremendo incidente, ma solo ora familiari e operatori della struttura dove la donna era ospite stanno ricostruendo, davanti ai giudici, se si è trattato di un incidente o se la detonazione sia stata provocata volontariamente dalla paziente.

Sharon, fumatrice dall'età di 14 anni, aveva ricevuto una diagnosi terribile da parte dei medici: aveva un cancro allo stadio terminale ai polmoni e le restava poco tempo da vivere. Il 30 agosto è stata ricoverata al St. Margaret Hospice ma la tragedia si è consumata dopo un paio di settimane. La donna è infatti morta carbonizzata dopo l'esplosione causata dall'aver accesso una sigaretta accanto alla sua bombola di ossigeno. "Era di buon umore perché presto sarebbe stata trasferita dall'hospice in una casa di cura – ha raccontato Mark – Mia sorella era a conoscenza dei pericoli che poteva correre accendendosi una sigaretta durante l'utilizzo della bombola di ossigeno, ma non c'era alcun segnale che potesse  far pensare che volesse togliersi la vita: mi hanno detto che si era fatta saltare in aria nella sala fumatori. La morte è stata istantanea". Il dottor Friend ha spiegato durante il processo che la paziente era stata avvertita subito, durante il ricovero, dei rischi che poteva correre accendendo una sigaretta durante l'ossigeno.

Lynn Bromfield, che lavorava come assistente sanitaria della struttura e che quella mattina ha accompagnato Sharon nella saletta fumatori, ha invece detto di non essere mai stata a conoscenza del pericolo: "Non mi è nemmeno passato per la mente che fosse un problema – ha detto in aula – Ho ricevuto un po' di addestramento durante una lezione in cui si parlava di sicurezza in caso di incendio, ma non avevo fatto alcun collegamento tra le fiamme e l'ossigeno. Quando sono andata a prendere Sharon in sedie a rotelle è stata lei a dirmi che non poteva muoversi senza l'ossigeno. Non ricordo l'ora precisa, so solo di essere stata allertata dall'allarme proveniente dalla sala: ho guardato attraverso il vetro della porta e ho visto che Sharon era in fiamme. Non c'era niente che potessi fare. Ho premuto l'allarme antincendio e ho chiesto aiuto".

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