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Mafia, maxi blitz nell’Agrigentino: arrestati boss e gregari, in manette anche un sindaco

I carabinieri di Agrigento hanno arrestato 56 persone, molte di queste ai vertici dei mandamenti e delle famiglie mafiose di Cosa Nostra agrigentina. Arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa il sindaco di San Biagio Platani.
A cura di Susanna Picone
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Arrestati 56 tra boss e gregari dei mandamenti di Cosa nostra agrigentina. È il bilancio del blitz eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento, su disposizione della dda di Palermo. L'inchiesta, la più imponente mai messa a segno nel territorio, ha disarticolato i “mandamenti” di Santa Elisabetta e Sciacca e ha colpito 16 famiglie mafiose. L'indagine denominata “Operazione Montagna” è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri. Le accuse contestate vanno dall'associazione mafiosa, al traffico di droga, alla truffa, estorsione e a un'ipotesi di voto di scambio. Nell’operazione sono coinvolti uomini d'onore anche delle province di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania. Documentati –  fanno sapere gli inquirenti – stretti collegamenti con i vertici delle cosche di quasi tutta la Sicilia e con le ‘ndrine calabresi. Accertate anche estorsioni ai danni di 27 aziende e un fiorente traffico di droga: “Il pizzo – così i carabinieri – veniva preteso anche dalle cooperative per la gestione degli immigrati richiedenti asilo”.

Arrestato il sindaco di San Biagio Platani Santino Sabella

Tra gli arrestati c'è anche il sindaco di San Biagio Platani, paese della provincia di Agrigento. Si tratta di Santino Sabella, eletto alle ultime amministrative e finito in manette con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I pm della dda di Palermo gli contestano di avere concordato le candidature delle ultime comunali del 2014 con esponenti mafiosi di vertice del suo paese e fatto illecite pressioni nell'assegnazione di appalti. Lo stesso sindaco avrebbe “messo in guardia Giuseppe Nugara, reggente di San Biagio Platani, dai controlli presenti in paese anche tramite un sistema di telecamere e averlo invitato a non intrattenere rapporti con un carabiniere in servizio presso la Stazione di San Biagio Platani (dicendogli espressamente ‘no devi stare attento . . tutti i bastardi che stanno d'avanti alle telecamere inc… minchia puntano telecamere’; è pericoloso . . che devi stare attento a parlarci”).

In manette Francesco Fragapane, figlio di un capomafia

In carcere, tra gli altri, anche Francesco Fragapane, figlio dello storico capomafia di Santa Elisabetta Salvatore, da anni ergastolano al 41 bis. Scarcerato nel 2012 dopo aver scontato sei anni di prigione, il trentasettenne ha ricostituito e retto lo storico mandamento che comprende tutta l'area montana dell'agrigentino e i paesi di Raffadali, Aragona, S. Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. Fragapane era stato liberato la scorsa estate: attualmente era sorvegliato speciale. Nell'inchiesta sono coinvolti diversi familiari del padrino di Agrigento e capimafia a lui alleati.

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