Mafia, 23 arresti a Catania. Cosche in affari con Matacena

I carabinieri della Direzione distrettuale antimafia di Catania hanno emesso stamattina un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni: secondo gli inquirenti la mafia catanese era in affari con una società riconducibile ad Amedeo matacena per quanto concerne la gestione dei traghetti sullo Stretto di Messina. Indagine ha ricostruito l'evoluzione di Cosa Nostra subito dopo l'inchiesta Iblis, confermando la vocazione imprenditoriale di numerosi esponenti catanesi, infiltratisi in svariati settori economici tra cui quello dei trasporti grazie alll'iniziativa del boss Enzo Ercolano, figlio del capomafia morto Giuseppe e fratello di Aldo, condannato all ergastolo.

Enzo Ercolano si è avvalso della collaborazione di Giuseppe Scuto e Francesco Caruso, anch'essi indagati: erano questi due a tenere i rapporti con membri della mafia catanese e agrigentina e con esponenti politici locali, tra i quali Giovanni Cristaudo e Raffaele Lombardo. la mafia si era spinta a facilitare la creazione nel 2008 di un partito – il Partito nazionale degli autotrasportatori – intenzionato ad ottenere un canale privilegiato con le amministrazioni pubbliche per incassare gli ecobonus. Gli inquirenti hanno ricostruito che la società Servizi Austostrade del Mare, fittiziamente intestata a Caruso, faceva in realtà capo a Ercolano ed aveva sottoscritto un contratto di affitto di tre navi da utilizzare come vettori per i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria con la società Amadeus di Amedeo Matacena.