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M5S: “Tiziano Renzi ha diffidato Le Iene per il servizio sul lavoro nero nella sua azienda”

“Domenica sera tanti hanno passato la serata a vedere le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero di Tiziano Renzi. Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolare la sua intervista con Filippo Roma in un post. . Abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ‘ha mandato una diffida” a Le Iene, attacca il Movimento 5 Stelle su Facebook.
A cura di Charlotte Matteini
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L'avvocato di Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio, avrebbe diffidato Mediaset dal trasmettere il servizio realizzato da Filippo Roma de Le Iene sul presunto lavoro in nero nella ditta del padre dell'ex segretario dem Matteo Renzi. "Domenica sera tanti hanno passato la serata a vedere le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero di Tiziano Renzi. Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolare la sua intervista con Filippo Roma in un post. Anche noi abbiamo aspettato e aspettato, ma voi lo avete visto il servizio? Eppure dalla redazione ci avevano detto che sarebbe andato in onda. Allora abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ‘ha mandato una diffida", attacca il Movimento 5 Stelle su Facebook.

Pochi giorni prima, Tiziano Renzi ha comunicato su Facebook l'avvenuto incontro con la Iena Filippo Roma, spiegando che cos'aveva risposto alle domande poste durante l'intervista:

Questa mattina mentre andavo alla Messa sono stato fermato da un giornalista delle Iene, Filippo Roma.

Ho risposto a tutte le domande, per oltre un’ora. Spero che le Iene siano corrette da mandare in onda tutte le risposte.

1. Sono stato accusato di aver ricevuto otto condanne. Falso. Io non sono mai stato condannato. Se qualche azienda fornitrice ha commesso degli errori, paga. Se qualche amministratore sbaglia, viene condannato. Ma io rispondo di me: non ho mai ricevuto nemmeno una condanna. Ho la fedina penale punita. E ho sempre chiesto a tutti i nostri collaboratori di rispettare le norme e di regolarizzare tutte le posizioni.

2. La nostra azienda ha una forte credibilità e un ottimo rating. Purtroppo la mia famiglia l’ha messa in vendita perché la visibilità negativa derivante da fake news e diffamazioni ci ha procurato un danno molto serio. E penso sia giusto tutelare i dipendenti.

3. Rispetto alle vicende di 22 anni fa denunciate dal signor Belpietro, ho spiegato che chi vende i giornali viene pagato in contanti ma questo non significa essere pagato in nero. E che in sede di tribunale sarà per noi un piacere dimostrare la falsità delle squallide accuse ricevute. Noi abbiamo sempre pagato tutti i nostri strilloni (tanto è vero che solo l’INPS ha azionato una richiesta per un diverso inquadramento contributivo, ma mai sul lavoro in nero).

4. Sono stato accusato di costruzioni abusive. Falso. Diciassette anni fa abbiamo ricevuto l’ordine di smontaggio di un tendone e siamo andati in causa con il Comune per quello. Ovviamente non abbiamo ricevuto nessuna condanna. Ho invitato le Iene a venire a vedere il tendone, in qualsiasi momento. Un tendone, svitabile come quelli delle Feste popolari in piazza.

In più di una circostanza il giornalista de Le Iene ha ribadito: “Lei è come il padre di Di Maio”.

Si tratta di un accostamento falso e diffamatorio.

Fermo restando che mi dispiace per ciò che sta accadendo al padre di Di Maio, perché conosco come ci si sente a essere circondati dopo una vita nell’anonimato, devo precisare che:

A) Non ho pagato lavoratori in nero come ha confessato di aver fatto il padre di Di Maio

B) Non ho costruito case abusive o piscine e non ho chiesto condoni come ha confessato di aver fatto il padre di Di Maio

C) Non ho cartelle di Equitalia come ha confessato di avere il padre di Di Maio

D) Non ho mai avuto la necessità di ricorrere ai miei figli come prestanome come mi sembra – questa è una mia opinione – abbia fatto il padre di Di Maio.

Dunque respingo con forza ogni accostamento.

Capisco che si voglia far provare a dire che sono tutti uguali, però la differenza è chiara: da un lato c’è chi viene accusato di aver pagato in nero e confessa, dall’altro c’è chi viene accusato di aver pagato in nero e denuncia per diffamazione. Passerò nei tribunali i prossimi dieci anni ma chiederò i danni a tutti quelli che scrivono falsità.

Trovo incredibile che si debba mettere tutti sullo stesso piano. Io però non ho nulla da nascondere se non il fatto che per eccesso di velocità mi è stata ritirata la patente per un mese. Mi scuso con le Iene per non averlo ricordato nell’ora e mezzo di intervista. E garantisco ai miei nipotini che in macchina adesso vado più piano. Dopo 67 anni di vita il mio unico problema con la giustizia è stato la sospensione della patente.

Possono provarci fino allo sfinimento: io non sono come il padre di Di Maio. E chi continua nell’accostamento ne risponderà in tribunale.

Perché io mi fido della giustizia italiana, la stessa che non mi mai condannato me, la stessa che ha condannato Marco Travaglio e altri.

Commentando infine gli attacchi del Movimento 5 Stelle, Renzi ha avvertito: "Alcuni parlamentari del Movimento cinque stelle, tra cui il sottosegretario all’editoria Crimi, parlano in modo improprio di lavoro nero nella mia azienda. Si tratta di un’accusa gravissima e falsa. Chiedo a tutti i parlamentari che stanno affermando queste falsità di rinunciare all’immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni".

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