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M5s, Morra annuncia su Facebook di essere indagato per diffamazione: “Non ci intimidiscono”

Il senatore del M5s Nicola Morra annuncia su Facebook di essere indagato per diffamazione, ma non di sapere per quale episodio ha ricevuto un avviso di garanzia. “Non ci fermiamo, non ci lasciamo intimidire”, scrive il parlamentare pentastellato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il senatore del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra ha annunciato oggi, nel tardo pomeriggio, di essere indagato per diffamazione. Morra, facendo ricorso a quella che definisce “massima trasparenza”, informa di aver ricevuto un avviso di garanzia ma lascia intendere di non essere al corrente di quali siano i motivi per cui è stato iscritto nel registro degli indagati.

Per dovere verso i miei datori di lavoro, ovvero i cittadini, informo tutti di aver ricevuto un avviso di garanzia per diffamazione”, esordisce nel suo post sul social network il senatore pentastellato, ex capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Madama. “Vedremo di cosa si tratta – scrive ancora – ovvero a chi ha dato fastidio il mio fiato sul collo per averlo portato a denunciarmi”.

Morra sottolinea la “trasparenza” del suo gesto, rivendicando la decisione di rendere subito nota pubblicamente la notizia: “Nel frattempo – scrive ancora – è importante dare l’esempio informandovi”. “Non ci fermiamo, non ci lasciamo intimidire”, conclude il suo messaggio il senatore M5s che negli scorsi giorni era stato al centro di una sorta di gaffe che era diventata oggetto di polemica. Morra, infatti, ha votato a favore risoluzione di maggioranza del Def presentata dal governo. Un “errore materiale”, l’ha definito il senatore. “Io ho votato contro al Def, contro alla nota di aggiornamento al Def e adesso hanno montato un caso”, è stata la sua risposta alle polemiche che hanno seguito il voto errato del senatore.

Nel video correlato al post, Morra sostiene poi che "per un eletto del M5s è doveroso far sapere tutto" e spiega le ragioni che secondo lui portano a essere indagati per diffamazione: "Ti viene contestato quando rompi le scatole, quando fai delle attività per cui qualcuno si sente leso nella sua maestà. Nell’atto non risulta per quale motivo, per quale denuncia a mio carico, è un atto dovuto". E conclude: "Noi del M5s siamo sempre più esposti ad attacchi di questo tipo, si chiamano querele temerarie".

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