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Lunigiana: scosse elettriche, sevizie e percosse sui fermati, 37 carabinieri indagati

Chiuse le indagine sui militari di due caserme dei carabinieri della provincia di Massa Carrara che hanno portato già a 4 arresti. Contestati decine di comportamenti violenti nei confronti dei fermati come manganellate sulle mani, scariche elettriche, multe senza motivo e persino atti sessuali.
A cura di Antonio Palma
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Scosse elettriche, manganellate, percosse e addirittura sevizie sessuali sui fermati: sono solo alcuni dei comportamenti illeciti contestati dalla Procura della Repubblica di Massa Carrara ai carabinieri di due caserme della Lunigiana, Aulla e Licciana Nardi, nell'ambito dell'inchiesta che nel giugno scorso ha già portato all'arresto di 4 militari e ad altre misure cautelari come il divieto di dimora per altrettanti carabinieri. I pm infatti nelle scorse ore hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini, rendendo noto che in totale sono 37 i carabinieri indagati per le violenze tra cui anche due ufficiali, anche se con imputazioni diverse tra loro.

Complessivamente sono 189 i capi di imputazione contestati ai militari. Tra questi ultimi ci sono brigadieri, marescialli e appuntati ma anche l'ex comandante provinciale dei carabinieri di Massa Carrara e il comandante della compagnia di Pontremoli, accusati di favoreggiamento per aver "aiutato i carabinieri indagati ad eludere le investigazioni dell'Autorità". Dalle carte investigative emergono comportamenti ricorrenti e ben oltre il limite consentito dalla legge tanto da fare dire al procuratore capo Aldo Giubilaro e al sostituto Alessia Iacopino, titolari dell'indagine, che si tratta di una condotta diffusa da parte dei militari delle caserme interessate.

Le vittime degli abusi erano sempre cittadini stranieri che, secondo l'accusa, venivano maltrattati e sottoposti ad abusi per far confessare con la forza i reati che gli venivano contestati. Oltre al caso del giovane marocchino, che per i pm sarebbe stato costretto anche  subire atti sessuali "senza ragione alcuna se non razziale", gli investigatori contestano episodi come manganellate sulle mani durante i controlli, scariche elettriche con taser, multe ingiustificate, e minacce continue di violenza fisica. In particolare si citano gli schiaffi ad un marocchino per obbligarlo ad aprire un appartamento privato chiuso a chiave, la contravvenzione ad una donna straniera senza motivo e le percosse ad un extracomunitario sbattuto con la testa contro il citofono della caserma oltre agli atti sessuali contro il cittadino marocchino.

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