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Luisa nata da uno stupro cerca la madre che l’ha abbandonata. La lettera: “Ecco chi è lo stupratore”

Gli inviati della trasmissione Chi L’Ha Visto? sono venuti a contatto con un biglietto anonimo con il nome del presunto stupratore della madre di Luisa Velluti, la 30enne che da anni cerca la madre biologica, che però non ha nessuna intenzione di farsi trovare: “Per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni” le aveva scritto.
A cura di Biagio Chiariello
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Luisa Velluti è stata adottata all'età di due mesi. Oggi ha 30 anni, lavora come parrucchiera nel salone di Falcade (Belluno) gestito dai genitori adottivi. Non si è mai arresa all’idea di non dover conoscere quella donna che l’ha abbandonata alla nascita. Tuttavia la madre biologica aveva fatto recapitare una lettera a Chi L’ha Visto in cui invitava a dimenticarla, in quanto la gravidanza sarebbe stato frutto di una violenza subito in giovanissima età. Ed ora gli inviati della trasmissione di Federica Sciarelli sono venuti a contatto con un biglietto anonimo con il nome del presunto stupratore. “Per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni. Tutto sognavo e tutto potevo sperare, ma non certo la violenza che ho subìto e di cui tu sei simbolo. Non ho scelto io di chiamarti così né di averti, queste le parole, durissime, della madre.

Ma Luisa, che in questi giorni è stata in udienza anche da Papa Francesco, non si rassegna. "Ho saputo che ero stata adottata quando ancora andavo all'asilo – aveva raccontato in un’intervista a Repubblica -. Ci ho sempre pensato ma sapevo che dovevo attendere i 18 anni per i passaggi formali. In realtà per fare la richiesta al Tribunale dei minori ce ne vogliono 25 e così la richiesta d'incontrarla ho potuto farla solo quattro anni fa. Dopo un paio d'anni il Tribunale mi ha comunicato che non si era presentata all'udienza, evidentemente perché non aveva alcuna intenzione di conoscermi". Neanche ora che ha saputo che “lo stupratore della madre di Luisa Velluti fa parte degli zingari. Il cognome appartiene a una famiglia di giostrai sinti, notizia pubblica da anni, va condannato a vita”. Questo il testo del bigliettino lasciato sul parabrezza dell'auto dei giornalisti di Chi l'ha Visto?. Luisa però vuole capire: “È il rifiuto che fa più male, ma io nonostante tutto ho ancora più voglia di vedere il volto di questa persona. Vada come vada questa cosa è mia, rimane a me: continuerò a raccontare la mia storia melensa”.

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