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Luigi Di Maio: “Tagli di 2 milioni di euro a stipendi di 300 parlamentari M5S per gli alluvionati”

Luigi Di Maio, intervenuto a ‘Non è l’arena’ su La7 ha annunciato i tagli agli stipendi dei parlamentari del M5S: “Noi parlamentari del Movimento 5 Stelle continuiamo a tagliarci lo stipendio, da luglio a settembre taglieremo 2 milioni di euro a 300 parlamentari e li doneremo alle Regioni alluvionate. Sono un piccolo segnale ma per dire che ci siamo in prima persona”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Noi parlamentari del Movimento 5 Stelle continuiamo a tagliarci lo stipendio, da luglio a settembre taglieremo 2 milioni di euro a 300 parlamentari e li doneremo alle Regioni alluvionate. Sono un piccolo segnale ma per dire che ci siamo in prima persona. Non sono geloso di questa iniziativa, se i parlamentari delle altre forze politiche vogliono fare la stessa cosa noi ci siamo". Lo ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio a ‘Non è l'arena' su La7.

Poi alle domande di Massimo Giletti sulla manovra ha risposto così: "Qual è il limite del dialogo con l'Ue? Se ci chiedete di massacrare gli italiani per noi è no, si va avanti con questa legge di bilancio, se ci chiedete di tagliare un po' di sprechi e fare meglio su banche e assicurazioni per me ci può essere un dialogo". E ancora: "A me è piaciuta una frase di Tria quando ha detto quello che ci sta chiedendo l'Ue per rispettare le regole è una manovra suicida", ha aggiunto. Il vicepremier ha poi assicurato: "Una cosa deve essere chiara, questo è il primo governo che quando si siede a quei tavoli non porta gli interessi delle lobby ma di tutto il popolo italiano. Il popolo italiano ha dato troppo alle regole europee  adesso è il momento di tutelarlo".

Poi ha scherzato sulla sua situazione sentimentale: "Si vede che porta male ‘sto governo". Massimo Giletti gli ha fatto notare come sia lui sia Matteo Salvini siano rimasti senza fidanzate: "Non posso fare la vittima" perché i lavori ‘stressanti' sono altri, ma "sicuramente la nostra è una vita in cui sei impegnato 24 ore su 24, sette giorni su sette, non è facile… Chi è riuscito a starmi vicino ha avuto un grande coraggio e una grande tenacia".

Mentre sui pentastellati dissidenti che sono usciti dall'Aula del Senato in occasione del voto di fiducia per il decreto Sicurezza di Salvini ha detto: "C'è una procedura avviata dai probiviri. Io non ho il potere di mettere fuori uno lo fanno i probiviri nei confronti di chi ha votato contro il contratto di governo. Loro decideranno che sanzione applicare. Ma tutti i senatori che si sono comportati lealmente sono dei fessi? Se c'è qualche senatore che non vuole rispettare il contratto di governo non sta mancando di rispetto a me o al movimento, ma a chi ha votato quel contratto". 

Di Maio non ha ritirato le accuse fatte ai giornalisti dopo l'assoluzione di Virginia Raggi, e ha affermato: "L'assoluzione piena della Raggi perché il fatto non sussiste, ha dimostrato che i titoloni dei giornali che parlavano di corruzione imminenti, arresti" non erano vere e "hanno dimostrato lo stato della stampa in questo Paese: troppi giornalisti peccano di disonestà intellettuale".

"Nel mondo del giornalismo ho visto un comportamento troppo corporativistico", ha aggiunto. "Quando ‘ce vo' ce vo", ovvero "Quando ci vuole ci vuole". E ha concluso così: "Sul governo ora il gioco della stampa è esaltare la Lega e far vedere gli M5S come degli appestati. Basta con questa partita di calcio, qui a vincere o perdere sono gli italiani". 

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