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Luigi Di Maio: “Esistono due tribù, onesti e disonesti. Sulle tangenti coinvolti tutti tranne noi”

Luigi Di Maio ha commentato nelle ultime ore le varie discussioni che hanno coinvolto il governo, dai rapporti con Matteo Salvini, alla questione tangenti, all’economia e alla sicurezza. “C’è un’emergenza corruzione e dal M5s non ci si può aspettare che intransigenza”, ha chiarito il leader pentastellato. “Spero che dopo il 26 si ricominci a lavorare con un po’ di buonsenso”, ha poi aggiunto.
A cura di Annalisa Girardi
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In foto: Luigi Di Maio.
In foto: Luigi Di Maio.

Nelle ultime ore il vicepresidente del Consiglio pentastellato, Luigi Di Maio, si è espresso su vari temi, dai rapporti con l'alleato di governo leghista e i decreti in discussione, all'economia e agli scandali di corruzione. Il leader del Movimento 5 Stelle, ospite ieri sera a Sky Tg24, ha commentato i rapporti con Matteo Salvini, che nelle ultime settimane sono stati marcati da tensioni e continui botta e risposta: "Fra noi c'è sempre un clima di leale di collaborazione, ma prima il rapporto era più saldo. Spero che dopo il 26 si ricominci a lavorare con un po' di buonsenso". Per Di Maio, l'origine del nervosismo risale al caso di Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione e costretto a dimettersi in sede di Consiglio dei ministri: "La questione di Siri non è un attacco personale, ma una questione di nostro Dna: se stai al governo con il M5s te lo devi aspettare. A me dispiace se Salvini l’ha presa sul personale". Questa mattina, Di Maio ha poi ribadito il concetto ad Agorà su Rai3, confermando di "essersi sentito" con il leader del Carroccio in settimana: "Non posso dire che sia tutto tranquillo, l'hanno presa sul personale per il caso Siri, ma sulla corruzione non si scherza".

In materia, Di Maio ha anche affermato: "Oggi esistono solo due tribù: onesti e disonesti. Noi sui temi della corruzione difendiamo le istituzioni. C'è un'emergenza corruzione e dal M5s non ci si può aspettare che intransigenza". Il ministro dello Sviluppo Economico ha poi chiesto agli italiani di votare il suo partito contro "questa nuova Tangentopoli", sottolineando come sulle tangenti siano coinvolti tutti tranne i suoi. In riferimento all'arresto del sindaco di Legnano, esponente del Carroccio, ha poi dichiarato: "Io chiedo alla Lega di essere diversa dagli altri partiti e di mettere fuori questo sindaco". Di Maio ha comunque rassicurato sulla stabilità del governo, affermando che durerà per altri quattro anni ed escludendo una volta per tutte un possibile avvicinamento con il Partito democratico: "Lo escludo totalmente. Anche volendo ipotizzare un'alleanza, bisognerebbe andare a parlare con Renzi e non con Zingaretti, perché i gruppi parlamentari li gestisce Renzi e si vede".

Sicurezza ed economia

Sul decreto sicurezza bis, il vicepresidente del Consiglio ha ammesso di non sapere se il tema verrà discusso nel prossimo Cdm. "La norma che prevede una multa da 3.500 euro per chi soccorre in mare non so se ci sarà. Piuttosto credo che ci dovremo occupare dei rimpatri degli immigrati economici. Decine e decine di migliaia che rappresentano un rischio per l'Italia". I rimpatri, ha chiarito Di Maio, devono essere al centro della discussione sulla gestione dell'immigrazione. L'unica urgenza del decreto, ha aggiunto, è quella in tema di rimpatri, "altrimenti il decreto è solo uno spot elettorale".

Sull'eventualità di un aumento dell'Iva, Di Maio ha assicurato che ciò non avverrà: "L'evasione fiscale in Italia vale 300 miliardi, questo vuol dire che 25 miliardi per la prossima manovra li troviamo subito". È necessaria una legge che preveda il carcere per i grandi evasori, ha poi dichiarato il leader del Movimento, sostenendo che la detenzione non solo sia un deterrente, ma sia anche prevista nel patto di governo. Per quanto riguarda le ultime vicende sullo spread, Di Maio ha spiegato che "il tema non è lo spread in sé e neanche il vincolo del 3%, ma il voler sforare il 3% aumentando il debito pubblico". Il ministro ha quindi affermato che "il M5S non voterà mai una legge di bilancio per aumentare il debito pubblico".

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