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Luca muore in montagna a 22 anni, un anno dopo la famiglia rifà lo stesso percorso

Ad un anno esatto dalla morte del 22enne Luca Borgoni, precipitato dal Monte Cervino durante una gara di corsa, la famiglia del giovane è tornata in quei luoghi per ricordarlo, sostando negli stessi posti e rifacendo lo stesso percorso della gara dove il giovane ha perso la vita.
A cura di Antonio Palma
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Era esattamente l'8 luglio del 2017 quando il 22enne Luca Borgoni precipitò da un dirupo sul Monte Cervino andando incontro alla morte mentre partecipava ad una gara di corsa in montagna in Valle d'Aosta. Ora, ad un anno esatto da quel tragico evento, la famiglia del giovane, che abita nel  Cuneese, ha deciso di rendere omaggio al 22enne riunendosi proprio nel punto dove è avvenuta la tragedia e attraversando di nuovo quei luoghi che lo hanno visto per l'ultima volta in vita. Mentre il padre ha gareggiato al suo posto alla X Trail del Cervino come omaggio a quel ragazzo che amava la montagna e sicuramente avrebbe preso parte alla competizione, la madre e la sorella hanno fatto esattamente tutto quello che avevano fatto un anno fa quando erano andati ad accompagnare Luca.

"Tutti dicono che sono stata coraggiosa a tornare qui un anno dopo, ma non è stato brutto, anzi è stato meraviglioso. Il più bel regalo che la mia famiglia potesse farsi. Mio marito si è allenato per mesi per poter completare i 28 chilometri del percorso di gara", ha raccontato la ma del 22enne,  Cristina Giordana, che dalla scomparsa del figlio ha sempre cercato di tenere viva la memoria  del giovane ad esempio discutendo la sua tesi di laurea e scrivendo su Facebook al posto di Luca come se fosse ancora vivo.

"Siamo andati a dormire nello stesso albergo dell'anno scorso. Qui avevo salutato Luca e qui ero tornata dopo l'incidente a riprender le sue valigie. La titolare dell'hotel ormai è diventata un'amica e da un anno aspettavo di vederla" ha raccontato ancora la donna, aggiungendo: "Siamo andati nello stesso bar e il padrone si ricordava di Luca e addirittura di quello che aveva ordinato un anno fa. Mi ha abbracciato e mi ha detto: ‘tutto quello che avete ordinato lo offre Luca' ". Con alcuni amici la famiglia poi ha fatto lo stesso percorso della gara di Luca, "fino alla croce che ormai chiamo la mia croce". "L'assenza c'è ma Luca rivive in tutto questo. Dal giorno dell'incidente io dico che Luca è rimasto qui sul Cervino ed è per questo che io amo il Cervino, non potrei mai odiarlo, la montagna non ha colpe" ha concluso la donna

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