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Lorenzin: “Il metodo Stamina non è sicuro né scientifico”

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin torna sul caso Stamina durante il Question Time alla Camera: le cartelle cliniche dei malati in cura con quel metodo non possono essere valutate, ha spiegato, né dalla politica né dalla televisione.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta oggi alla Camera durante il Question Time per parlare ancora una volta del metodo Stamina. Lorenzin ha ripercorso le tappe della vicenda che hanno portato a fermare la sperimentazione del metodo di Davide Vannoni che si basa sulle cellule staminali. È di qualche settimana fa, infatti, la decisione presa da Lorenzin: quella di bocciare, appunto, la cura Stamina perché ritenuta pericolosa. Una decisione – l’ha ribadito il ministro – presa dopo che il comitato scientifico “composto da 10 membri tra i maggiori esperti italiani delle malattie in questione, ha dato una valutazione negativa sia dal punto di vista della sicurezza che dal punto di vista della scientificità”. Lorenzin ha parlato anche delle cartelle cliniche dei malati in cura col metodo Stamina, acquisite dal ministero per una corretta analisi e che “non possono essere valutate dalla politica, né dalla televisione”. Così come previsto dalla normativa, il ministero ha acquisito i dati provenienti da Brescia che “non ci hanno dato risultati positivi”, ha spiegato ancora.

“Abbiamo seguito la legge scritta dal Parlamento” – Lorenzin ha poi detto di aver chiesto, all’indomani della chiusura della sperimentazione, che fossero acquisite le cartelle cliniche per fare “una ulteriore valutazione approfondita”. Una valutazione che, appunto, a suo dire non fa né la politica, né la televisione “ma che fanno gli organi interessati”. Il ministro della Salute è tornata a parlare anche del “destino dei malati”: in questa vicenda è assolutamente indispensabile – ha spiegato – “far capire a tutti che noi abbiamo seguito le procedure della legge, scritte da questo Parlamento” e che il problema dei problemi “è che accanto alle valutazioni di tipo tecnico scientifico, c'è il destino dei malati”. Un destino non può non stare a cuore a tutti: “Non ci sono divisioni tra buoni e cattivi”, ha detto ancora il ministro spiegando infine di aver chiesto alle Regioni di utilizzare i 3 milioni che il decreto Balduzzi aveva destinato alla sperimentazione Stamina, alla ricerca sulle malattie rare.

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