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Londra: torturano, uccidono e bruciano ragazza alla pari. A processo i datori di lavoro

È cominciato a Londra il processo per la morte di Sophie Lionnet, 21enne di origine francese, brutalmente uccisa dai suoi datori di lavoro Sabrina Kouider, 35 anni, e il compagno Ouissem Medouni, 40: la coppia l’avrebbe torturata, accusata ingiustamente di reati mai commessi, e ne avrebbe bruciato il cadavere.
A cura di Ida Artiaco
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Sophie Lionnet.
Sophie Lionnet.

L'hanno torturata, uccisa e infine ne hanno bruciato il corpo ormai senza vita. Una fine terribile quella di Sophie Lionnet, ragazza alla pari di 21 anni e di origine francese, ammazzata brutalmente dai suoi datori di lavoro, che nei giorni scorsi sono apparsi per la prima volta in un'aula di tribunale per rispondere dell'accusa di omicidio colposo. Tutto è cominciato lo scorso 20 settembre, quando dal giardino della villetta di Wimbledon, sobborgo di Londra, dove vivono Sabrina Kouider, 35 anni, e il compagno Ouissem Medouni, 40 anni, viene trovato il cadavere carbonizzato della giovane, dopo le segnalazioni dei vicini che avevano visto una grossa colonna di fumo alzarsi alta verso il cielo, accompagnata ad un odore nauseabondo. "Stiamo solo facendo un barbecue", si difende la coppia. Ma l'alibi regge poco. I vigili del fuoco notano delle ossa umane e chiamano la polizia, che identifica la vittima: si tratta di Sophie.

La 21enne viveva da circa due anni a Londra. Nel gennaio del 2016 era partita dalla Francia per perfezionare la lingua, quando poco dopo trova lavoro come ragazza alla pari a casa di Sabrina Kouider e del suo partner Ouissem, dove vivono anche i due figli della donna di 9 e 6 anni, di cui il primogenito avuto dall'ex leader della boyband inglese dei Boyzone, Mark Walton, prima che lui la lasciasse per trasferirsi negli Stati Uniti. Per loro Sophie cucinava, puliva la casa, aiutava i bambini con i compiti e sbrigava una serie di altre faccende domestiche, e tutto per vitto e alloggio più solamente 50 sterline (56 euro) al mese. La giovane voleva solo mettere da parte qualche risparmio per potersi pagare i suoi studi di cinema. Mai avrebbe immaginato che proprio entrando a far parte di quella famiglia sarebbe cominciato il suo incubo. All'inizio è stata accusata dalla sua datrice di lavoro di aver rubato i suoi gioielli, poi di abusare dei figli. Ma era tutto falso. Fin quando la situazione non è degenerata e la ragazza ha cominciato a subire anche maltrattamenti fisici.

L'autopsia sul suo cadavere rivelerà solo dopo la sua morte la presenza fratture allo sterno e alla mandibola, quattro costole rotte ed ematomi sul braccio sinistro, schiena e petto. Sabrina, ossessionata per giunta dalla fine della sua storia d'amore con il cantante Mark Walton, accusa la ragazza di essere complice dell'uomo e di aver consentito un incontro a Londra tra il figlio e il padre, durante il quale lui l’avrebbe drogato e violentato. Episodio impossibile, dato che l'ex leader dei Boyzone da anni non mette piede in Inghilterra. La pressione psicologica a cui era esposta la francese quotidianamente l'ha portata anche a sviluppare una sorta di sindrome di Stoccolma, per cui chiedeva continuamente scusa per errori che non aveva commesso. Per questo ha rifiutato l'aiuto di alcuni conoscenti che si erano offerti di farla tornare a casa sua.

Fino al tragico epilogo che ha portato alla sua morte. Il processo durerà almeno 5 settimane e verranno visionati più di otto ore di video girati dalla "coppia diabolica", nei quali costringeva la giovane ad ammettere di aver commesso reati che non aveva fatto. Nel primo giorno di udienza in tribunale i due hanno solo riconosciuto di avere cercato di occultare il cadavere, ma non è stato ancora affrontato il momento dell’uccisione.

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