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Londra: l’eroismo di Jeeves, il medico 25enne che ha cercato di salvare anche l’attentatore

Il presidente del comitato dei giovani medici della British Medical Association non era in servizio quando ha sentito gli spari nella zona del Ponte di Westminster. E’ riuscito a salvare la vita di due persone e ha cercato di rianimare anche Khalid Masood, il 52enne attentatore. Ma non è stato il solo a prestare soccorso ai feriti dell’attacco di Londra.
A cura di Biagio Chiariello
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Jeeves Wijesuriya, 25enne presidente del comitato dei giovani medici della British Medical Association, stava parlando con una squadra della BBC quando ha sentito quegli spari provenire dalla zona del ponte del Westminster. Il ragazzo è celebrato in queste ore come il primo dottore a precipitarsi sulla scena del terrore a Londra, dove due giorni fa un suv guidato un terrorista è piombato sulla folla, facendo 4 morti. Jeeves non era in servizio in quel momento, ma non ci ha pensato un secondo a prestare soccorso ai feriti. Ha salvato la vita ad almeno due persone, riuscendo a rianimarle. Avrebbe cercato di aiutare anche Khalid Masood, il 52enne attentatore. Troppo gravi, però, le ferite da arma da fuoco: l’uomo è morto poco dopo. Insieme a Jeeves, c’era il suo collega, Simon Fleming, chirurgo: “E’ il presidente del comitato dei giovani medici e non ha fatto altro che il suo lavoro. Prima i pazienti. #orgoglioso” ha scritto su Twitter.

Ma tutti i medici del NHS arrivati dal St Thomas Hospital, vicino alla scena delle atrocità, sono stati elogiati per il pronto soccorso prestato ai feriti. Un portavoce del British Medical Association ha detto a Metro.co.uk: “Tutti i servizi di emergenza coinvolti nel tragico incidente hanno mostrato un’immensa dedizione e un grande coraggio. Il nostro pensiero va alle vittime e alle loro famiglie in questo momento difficile”.

E non solo medici. Elogi anche per il parlamentare e viceministro degli Esteri Tobias Ellwood, che molte immagini ritraggono mentre tenta la rianimazione bocca a bocca a Keith Palmer, il poliziotto accoltellato dall’aggressore e rimasto ucciso nell’attacco. A cercare di salvarlo c’era anche Tony Davis, allenatore del Team GB Boxe e veterano dell’esercito, che si trovava alla Camera dei Comuni per una conferenza stampa con un teamdi pugili. Anna Crossley, infermiera del Royal College of Nursing, che ha lavorato in Afghanistan, ha detto: “Per molti la reazione naturale sarebbe quello di scappare, ma per i professionisti sanitari sanno che c’è bisogno di aiuto. In questo tipo di situazione la formazione aiuta veramente. Sai cosa devi fare”.

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