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Lo strano caso di Fiorito: potrebbe percepire il vitalizio dalla Regione Lazio

Fiorito potrebbe percepire il vitalizio dalla Regione Lazio se il reato dovesse essere prescritto.
A cura di Redazione
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Franco Fiorito è l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio. Il 27 marzo 2013 è stato condannato in pirmo grado a 3 anni e quattro mesi di reclusione per aver sostratto 1 milione e 400 mila euro dai fondi destinati al partito. Batman (questo il soprannome con cui gli amici chiamavano il politico) è l'uomo simbolo dello scandalo che ha coinvolto la Regione Lazio per l'uso improprio dei rimborsi destinati ai partiti.

Se Fiorito non dovesse essere condannato in Cassazione (o il reato venisse prescritto per decorrenza dei termini) si troverebbe a percepire un assegno mensile di 4.000 euro, il cosidetto vitalizio. A ricordarlo è anche Valentina Corrado, consigliere regionale M5s: "Fatto sta che se per un qualsiasi motivo Fiorito non sarà condannato in via definitiva, avrebbe diritto il vitalizio ad appena 50 anni". Ad oggi sono già 267 i politici che, grazie ad un incarico in Regione, percepiscono un vitalizio, da Piero Marrazzo a Mario Brozzi, ex medico della Roma. Un'infornata di vitalizi che si attesta tra i 2.300 e i 5.000 euro.

L'abolizione dei vitalizi – votata nel Giugno 2013 – ha cercato di sanare l'eventualità che un ex-consigliere condannato prenda l'assegno mensile dalla Regione: "in caso di condanna passata in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione, un consigliere regionale perda il diritto al vitalizio". Una norma che potrebbe non applicarsi a Fiorito se il processo non dovesse arrivare nei tempi giusti a sentenza definitiva. Un pericolo paventato da più parti e che consentirebbe a "Batman" di percepire il tanto agognato assegno.

Perché Fiorito è stato condannato in primo grado

Franco Fiorito è Fiorito si è autosospeso dal Pdl (e indagato) per avere fatto in due anni, 109 bonifici, dal conto del Pdl al proprio conto corrente, di importi compresi tra 4mila e 8mila euro, per un totale di 753mila euro, riportanti la causale: "Articolo 8 della legge regionale 14/98", cioè quella del "rimborso delle spese sostenute per mantenere il rapporto eletto/elettore. Il 24 settembre 2012, a seguito del clamore mediatico e dell'indignazione popolare dovuti allo scandalo, Renata Polverini è costretta alle dimissioni

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