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Lo Stato gli toglie i sussidi nonostante la sua malattia cronica: 48enne si impicca in casa

Kevin Dooley era un ex pittore/decoratore. Ma da diversi anni soffriva di problemi respiratori causati da una malattia polmonare cronica. Per lo Stato tuttavia “era in forma per tornare a lavoro” e per questo motivo gli è stato tolto il sussidio che gli permetteva di andare avanti. Per il 48enne inglese è stato troppo…
A cura di Biagio Chiariello
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Kevin Dooley con la figlia Leanne
Kevin Dooley con la figlia Leanne

Kevin Dooley, 48enne inglese, soffriva di problemi respiratori causati da una malattia polmonare cronica. Si è suicidato perché gli sono stati tolti i sussidi che percepiva per il suo male. A spiegarlo ai media britannici è stata la figlia, Leanne. “L’ha fatto perché ad un certo punto lo Stato ha detto che ‘era in forma per lavorare’”. Da diversi anni Kevin, ex pittore e decoratore, percepiva il cosiddetto ‘Employment and Support Allowance (ESA) da parte del Department for Work and Pensions (DWP) visto che i suoi problemi di respirazione e i violenti attacchi di tosse gli impedivano di tornare al lavoro.

Lo scorso 17 dicembre, Kevin Dooley, padre di tre figli, si è impiccato nella sua abitazione di Leeds ed è morto tre giorni dopo in ospedale. In una dichiarazione letta in aula, sua figlia ha detto: "Sono fermamente convinta che i problemi relativi all'abilità fisica di mio padre di lavorare e il successivo blocco dei suoi benefit abbiano avuto un effetto negativo sulla sua salute e lo abbiano portato a togliersi la vita”. Kevin ha saputo dell’interruzione della sua indennità lo scorso 18 luglio. Leanne ha detto di aver tentato di calmarlo e convincerlo che tutto sarebbe andato bene perché sentiva che non c'era "nessuna possibilità" che "un uomo così messo male come il mio papà fosse adatto al lavoro come invece dicevano quei documenti". Ma tutti i successivi appelli contro la decisione statale sono falliti.

Il medico di base del signor Dooley, il dottor Carolyn Abbot, della Garden Surgery di Leeds, ha detto di aver visitato il paziente l'11 dicembre dell'anno scorso, notando che si trovava in “uno stato di panico perché i suoi debiti stavano maturando”. La figlia ha detto che quando gli ha fatto visita il 17 dicembre, poche ore prima che si togliesse la vita, stava "piangendo ed era davvero sconvolto per il fatto che i suoi benefit fossero stati fermati". Quella notte, ha detto di aver ricevuto un messaggio da suo padre che diceva semplicemente: "Ti voglio bene", e ha detto alla corte: "Ho capito subito che qualcosa non andava e che avrebbe fatto del male a se stesso in qualche modo. Ma non pensavo che si sarebbe impiccato”.

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