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Lo sfogo di Tiziano Renzi: “Dico basta, vado in pensione e vendo tutto, mi arrendo”

Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo, annuncia di volersi ritirare dall’attività imprenditoriale: “Ho conosciuto il dolore di chi viene accusato e sa di essere innocente. Oggi dico basta. Vado in pensione, lascio ogni incarico, metto in vendita la mia società. Mi arrendo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ieri è arrivata la notizia della richiesta d’archiviazione nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti della centrali acquisti della pubblica amministrazione Consip. Oggi Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo, dice basta e annuncia di voler vendere la sua società. E lo fa con una lettera scritta su una pagina acquistata del quotidiano La Nazione: “Mi chiamo Tiziano Renzi, ho 67 anni e una meravigliosa famiglia con 10 splendidi nipotini. Oggi dico basta. Vado in pensione, lascio ogni incarico, metto in vendita la mia società. Mi arrendo”. Sono queste le prime righe del messaggio affidate alle pagine del Quotidiano Nazionale in cui fa sapere di voler abbandonare l’attività da imprenditore.

Una decisione arrivata dopo la richiesta della procura di Roma di archiviare la sua posizione sul caso Consip: “Lo dico oggi proprio quando la procura di Roma chiede l'archiviazione sulla vicenda Consip. Può sembrare strano che decida di arrendermi proprio oggi ma c'è un perché. Dal 2014 la mia vita è cambiata”. Il riferimento è al momento in cui Matteo Renzi, suo figlio, è diventato presidente del Consiglio. “Fino a 4 anni non ho avuto nessun problema con lo Stato”, sottolinea ancora.

Il messaggio di Tiziano Renzi continua:

Ho conosciuto il dolore di chi viene accusato, sa di essere innocente, eppure è su tutte le prime pagine. Mi sono sentito stritolato dagli sguardi, dai commenti, dall'odio. È un'esperienza che non riesco a spiegare ma che non auguro a nessuno di vivere. Ho sempre viaggiato molto ma confesso che avevo paura di fermarmi persino agli Autogrill perché mi sentivo addosso lo sguardo polemico di persone che mi giudicavano colpevole senza aver letto una carta, senza sapere nulla. È iniziata una Odissea di avvisi di garanzia, indagini, inchieste. La mia vita è stata passata da mesi ai raggi-x, con il controllo di qualsiasi documento. Ho sempre ribadito la mia totale fiducia nella magistratura italiana, l’indipendenza dei giudici mi rassicura e mi conforta perché la verità prima o poi emerge.

Renzi senior riflette anche sulla decisione di lasciare l’attività imprenditoriale: “I tempi del business sono diversi dai tempi della giustizia e io non posso più continuare a lavorare. Sto collezionando archiviazioni delle indagini contro di me e condanne in sede civile per chi mi ha diffamato”, ma l’azienda “ha perso clienti molto importanti che se ne sono andati dopo le anticipazioni dei giornali: non hanno aspettato l'archiviazione, loro. Per colpa mia i clienti se ne vanno. Per garantire il posto di lavoro ai collaboratori, tuttavia, ho deciso di farmi da parte e ho dato incarico a un team di professionisti di vendere la società da qui alla fine dell'anno. Il business è solido e un nuovo proprietario potrà garantire l'occupazione”. “Me ne vado a testa alta – conclude –. Hanno condannato chi mi ha diffamato, non me. Ma devo andarmene per rispetto a chi lavora con me”.

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