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Livorno, agguato a tre paracadutisti per una maglietta fascista

La vicenda si sarebbe consumata in due atti nella serata di giovedì, quando nel centro nevralgico della movida di Livorno dei militari avrebbero cominciato a litigare con un gruppo di ragazzi in virtù di una maglietta con su stampata una frase di chiara matrie fascista. Dopo due ore ci sarebbe stato un altro incontro tra i gruppi, ma è possibile ci sia stato uno scambio di persona.
A cura di A. P.
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Tutto è successo in poche ore, durante la notte di giovedì, a Livorno, quando secondo le ricostruzioni fatte alle forze dell'ordine, si è consumato un agguato da parte di una ventina di ragazzi ai dani di tre paracadutisti. Il tutto è accaduto tra piazza Sforzini, quartiere Ardenza e le stradine intorno alla Baracchina rossa, che è sostanzialmente il punto focale della movida livornese. La motivazione del diverbio sarebbe dovuta ad una provocazione politica. Secondo le ricostruzioni la vicenda è stata caratterizzata da due eventi differenti, probabilmente uno causa dell'altro ed è altrettanto probabile siano stati soggetti ad uno scambio di persona.

Tra le 22 e le 23 di giovedì sera, nella piazzetta di Ardenza, acuni militari avrebbero avuto da dire con un gruppo di dieci ragazzi e ragazze livornesi. Al centro di questo diverbio ci sarebbe la maglietta indossata da uno dei militari, dei parà che si trovavano nella piazza, in particolare a causa della scritta sul retro di una t-shirt da loro indossata, che riportava le parole di una celebre canzone degli "Zetazeroalfa, gruppo romano facente riferimento al gruppo di CasaPound. La frase recitava "Apri gli occhi che l'acqua è salata". Tra i ragazzi e i militari sono cominciati a volare insulti e parole grosse, sforate anche nelle minacce e provocazioni decisamente forti, senza che, per fortuna, la situazione degenerasse.

Tuttavia dopo un paio d'ore si sarebbe consumata la seconda parte della lite, visto che una telefonata è giunta al 113 nella quale veniva denunciato chiaramente il seguente fatto: "Siamo tre paracadutisti e siamo appena scampati a un agguato sul viale Italia. Erano in venti, prima ci hanno tagliato le ruote dell’auto e poi ci hanno aggrediti gridandoci contro: via i fascisti e bastardi". Stando a quanto affermano quotidiani come "Il Tirreno di Livorno", c'è una possibilità concreta che si sia trattato di uno scambio di persona e che, in realtà, i tre parà di 24 anni, due pugliesi e uno romano, che stavano festeggiando il congedo dopo un anno, si siano sostanzialmente trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Anche perché i tre sostengono prima non ci sia stata alcuna scaramuccia o lite che potesse aver generato una lite del genere.

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