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Direzione Pd, Renzi apre a una coalizione larga: approvata la linea del segretario

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Nella Direzione nazionale di oggi pomeriggio, il Partito Democratico sta discutendo della possibile coalizione in vista delle elezioni politiche. Renzi vuole aprire a un'alleanza ampia, includendo sia i centristi che le forze di sinistra come Mdp, Cp e Si.

16:21

Renzi: "Nessun veto a coalizione larga, da Mdp e sinistra ad ala moderata e centrista"

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Il messaggio del segretario del Pd, Matteo Renzi, è chiaro: aprire a tutti, da Mdp ai centristi. La direzione del Pd si è aperta con le parole del segretario dem, in prima fila presente anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Siamo alle porte della campagna elettorale – ha esordito Renzi – e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese”. Renzi chiede una “discussione seria” per formare una coalizione in vista delle elezioni: “Gli insulti che ho ricevuto non valgono, per questo dico che è sbagliato fermarsi agli insulti. Dobbiamo ragionare e guardare avanti”. E assicura che il Pd non metterà “alcun paletto a una coalizione più larga possibile”. Il segretario del Pd sostiene che “c’è più sintonia” con Mdp che con gli “avversari storici” e sottolinea l’importanza di tenere aperto un confronto “anche con l’ala moderata e centrista: non devono essere risucchiati da Berlusconi”. A sinistra, Renzi spiega di non voler porre veti su Mdp, Possibile, Si e di puntare anche a Cp di Pisapia. Secondo il segretario del Pd, il partito ha a disposizione un “tempo breve per mettere in campo un’alleanza larga”. L’obiettivo di Renzi in vista delle prossime elezioni è quello che il Pd sia il primo gruppo parlamentare e per farlo serve “stare sopra il 30% nei collegi” per essere competitivi. E con la “coalizione che faremo – assicura Renzi – anche se non fosse la più ampia come auspico, noi siamo già oggi avanti agli altri”.

A cura di Stefano Rizzuti
14:51

Direzione Pd, la minoranza chiede a Renzi di ricucire lo strappo con Mdp

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Cosa succederà alle prossime elezioni politiche? Il Partito Democratico costituirà una coalizione di centrosinistra coinvolgendo altri soggetti politici oppure andrà alle elezioni da solo? A questa domanda si cercherà di rispondere durante la Direzione nazionale Pd e, in particolare, Matteo Renzi, in qualità di segretario e attuale candidato premier, detterà la linea ufficiale del partito. Nel corso delle ultime settimane si è vociferato molto di una papabile alleanza con i Radicali di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, ma la minoranza dem capitanata da Gianni Cuperlo, Michele Emiliano e Andrea Orlando starebbe allo stesso tempo spingendo per un'apertura nei confronti degli scissionisti di Mdp. In sostanza, la minoranza dem è convinta che il Pd da solo non riuscirebbe a raggiungere il tanto agognato 40% dei consensi da solo e dunque un'alleanza di centrosinistra larga e forte sarebbe auspicabile perché capace di contrastare l'avanzata del centrodestra e del Movimento 5 Stelle. Di contro, però, Matteo Renzi sembra non essere così convinto e in qualche modo non vede di buon occhio un'apertura a Mdp, fondata da ex dem fuoriusciti dal partito proprio perché in polemica con il segretario nazionale del PD.

Al momento la minoranza dem ha presentato due mozioni distinte da discutere in Direzione nazionale: nel primo documento si ribadisce la vocazione maggioritaria del Pd e si sottolinea la necessità di costruire una coalizione di centrosinistra ad ampio spettro, mentre nel secondo documento viene invece indicato il percorso che il Pd deve seguire per arrivare a centrare l'obiettivo, ovvero aprire a una serie di concessioni da inserire in legge di bilancio. Secondo quanto si apprende da fonti interne del Nazareno, però, gli ordini del giorno della minoranza potrebbero essere superati dalla relazione di Renzi se, come viene confermato da fonti Pd, riassumerà quanto chiesto dalla minoranza. In Direzione nazionale, su 120 membri eletti, Renzi dispone di 84 esponenti di maggioranza (in minoranza 24 orlandiani e 12 gli ‘emiliani'). Qualora i 20 esponenti della corrente franceschiniana si schierassero contro Renzi, il segretario nazionale manterrebbe comunque la propria maggioranza.

A cura di Charlotte Matteini
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