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Liliana era ricca, ora procaccia cibo alla mensa dei poveri

Le storia di Liliana, un tempo benestante, oggi costretta a tentare di vendere le sue due case senza riuscirci e non sapere come trovare da mangiare.
A cura di Andrea Parrella
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Storie di povertà, storie che paiono essere all'ordine del giorno. Il Messaggero ha raccontato questa mattina quella di Liliana, una donna incontrata alla mensa dei poveri di Sant'Egidio di Roma. Tutto pare normale, non fosse che divide la pietanza che sta mangiando, una parte per lei, l'altra furtiva la nasconde in un fazzoletto per poi infilarla in borsa: la porta a suo marito a casa. Ma c'è di più, Liliana confessa di un passato da donna più che benestante, poi travolto da un presente fatto di difficoltà (un marito e una figlia disabili), in cui è costretta a procacciare cibo alla mensa da portare a suo marito poiché, pur avendo messo in vendita le sue due case non riesce a venderle ed ha già impegnato tutto quanto possedesse. "Ho venduto tutto l'oro e l'argento che avevo, la collezione di bastoni, le pellicce". Ma Liliana racconta una storia ugualmente comune, fatta di una crisi che mette in ginocchio principalmente la classe media, osteggiata non solo dalla propria mancanza di risorse, ma anche da quella di chi sta attorno che di risorse non può acquisirne da altri. La donna trattiene a stento il pianto: "Dico a mio marito: vado a fare la spesa ma vengo qui e poi torno con la cena per lui".

Il responsabile di Sant'Egidio comunica come sia sempre più frequente questo fenomeno di recente, specie relativo a uomini e donne tra i 45  e i 60 anni che perdono il lavoro e non riescono più a trovarne un altro. Persone che fino a qualche tempo fa erano talmente lontane dalla povertà da non pensarci minimamente: "Sono sempre di più quelli che si rivolgono a noi perché non hanno più il lavoro e non sanno come far mangiare i figli. ogni giorno vengono serviti ottocento pasti. A senzatetto, poveri ed ex signori".

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