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Licenziato Luigi Abbate, il giornalista sgradito a Ilva e alla politica

Divenuto famoso per le sue domande scomode e il microfono strappatogli di mano durante un’intervista al patron dell’Ilva, ieri ad Abbate è stato dato il benservito dall’emittente locale Blustartv. E il mondo dell’informazione è in subbuglio.
A cura di Biagio Chiariello
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Luigi Abbate era diventato famoso per quell’intervista in cui chiedeva conto a Emilio Riva, defunto patron dell’Ilva, dell’aumento della mortalità a Taranto, a fronte degli oscuri dati comunicati dall’azienda. Domande scomode a cui l’entourage vicino a Riva, nella persona di a Girolamo Archinà, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva, rispose strappandogli di mano il microfono (“Una scena fantastica” la definì successivamente il Governatore della Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola). Ora, a distanza di otto mesi da quel brutto episodio si torna a parlare di Abbate, perché Blustar Tv, l’emittente locale per la quale lavorava, lo ha licenziato. “Nessuna persecuzione”, precisa l’emittente, ma per alcuni dietro una tale improvvisa decisione si celerebbero proprio le inchieste del giornalista, scomode a politica e industria.

Il mondo dell'informazione si schiera con Abbate

Ma il mondo dell’informazione pugliese è in subbuglio per il licenziamento di Abbate che “rappresenta il paradigma di quel rovesciamento di valori umani, professionali, sociali che una parte minoritaria della città vuole imporre a Taranto, come dimostra la vicenda Ilva e a cui non è estraneo il mondo dell’informazione”. È quanto scrive sulla vicenda il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Puglia in una nota a firma del presidente, Valentino Losito. “Il suo licenziamento è soltanto l’ultimo atto illegittimo adottato dall’editore dell’emittente televisiva in questione”. Questo il commento, affidato ad una nota, rilasciato dal presidente di Assostampa Puglia Raffaele Lorusso, che aggiunge: “già un anno fa, nell’assordante silenzio delle istituzioni e delle forze politiche di Taranto, Blustar Tv licenziò quattro giornalisti adducendo come motivazione il venir meno dei centomila euro annualmente garantiti dall’Ilva". Anche Angelo Bonelli, leader dei Verdi, si aggiunge al coro di protesta: “A me viene più che un dubbio sul fatto che ci sia una pressione politica dietro questa scelta. Ci sono state pressioni da parte di qualcuno? – si interroga – Era un giornalista scomodo da eliminare? Attendiamo che sia la proprietà di Blustar a rispondere”. A fare eco a Bonelli è Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink: “Abbate è scomodo alla politica perché mostrava l’esistenza di due verità. Da una parte quella sostenuta da noi che, con le nostre eco-sentinelle e i nostri analizzatori, pari a quelli dell’Arpa Puglia, dimostravamo che le emissioni fuori controllo contenevano cancerogeni. Dall’altra quella dei politici, che davanti a quei dati non battevano ciglio”.

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