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Libia, attacco al Parlamento: 80 morti a Bengasi

In Libia le milizie fedeli a Khalifa Haftar hanno attaccato il Parlamento con colpi d’arma da fuoco e hanno rapito alcuni deputati. Il governo libico parla già di un “golpe”.
A cura di F.G.
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La situazione in Libia, in queste ore, è precipitata. I ribelli, ovvero le forze di Khalifa Haftar (generale in congedo), che è stato già dichiarato golpista dal governo di Tripoli e che causato ben 79 morti, hanno chiesto che il Parlamento rinunci subito ai suoi poteri cedendoli all'Assemblea Costituente che a sua volta dovrebbe redigere un testo per la nuova Carta libica. Stando al portavoce del generale, il suo obiettivo sarà quello di attaccare gli islamisti, rei di aver protetto "le milizie estremiste" che starebbero "affliggendo la nazione". Il cosiddetto "esercito libico" di Haftar ha poi fatto sapere, tramite il canale tv "Al-Ahrar", che non gradisce affatto la nomina a Premier di Ahmed Maiteeq. Adesso, però, queste milizie – Al Qaaqaa e Sawaaq – hanno attaccato ferocemente, con colpi d'arma da fuoco ed esplosioni, il Parlamento, portando via anche 7 deputati (la Associated Press parla di 20 ostaggi tra deputati e impiegati del Parlamento mentre, secondo altre fonti, sarebbero soltanto due i parlamentari rapiti).

Il Governo libico ha risposto bloccando i voli sulla città orientale della Cirenaica e soprattutto accusando Haftar di aver messo in atto un vero e proprio golpe ai danni della nazione. Infine, il Presidente del Parlamento Nouri Abu Sahmein ieri sera ha spiegato che il governo di Tripoli rimprovera ad Haftar di aver voluto "sfruttare l'aumento della violenza a Bengasi per interesse personale".

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