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Libano, l’assassino di Rebecca Dykes confessa: “L’ho violentata e uccisa perché aveva la minigonna”

Il ventinovenne libanese, autore dell’omicidio della giovane diplomatica inglese Rebecca Dykes, avrebbe confessato agli inquirenti di aver stuprato e ucciso la trentenne perché indossava la gonna corta e perché “visto che era straniera, ho pensato sarebbe stato facile violentarla”.
A cura di C. M.
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Uccisa perché aveva la minigonna. Sarebbe questo l'assurdo movente che ha portato il ventinovenne Tarek Hawchieh a violentare e uccidere Rebecca Dykes, la diplomatica inglese ritrovata morta a Beirut pochi giorni fa. A confessare la motivazione dell'omicidio sarebbe stato proprio lo stesso autista di Uber agli inquirenti che indagano sul caso. Secondo le prime ricostruzioni, la trentenne inglese – che lavorava presso l'ambasciata britannica in Libano – avrebbe incontrato Hawchiech dopo una serata di festa trascorsa in un bar di Beirut. Dopo essere salita sull'auto guidata dall'autista di Uber, nessuno ha più avuto notizie di Rebecca. Immediatamente sono iniziate le ricerche della diplomatica inglese, che nel giro di breve tempo è stata purtroppo ritrovata morta: l'autista di Uber, dopo averla stuprata e strangolata, ha gettato il cadavere della donna lungo l'autostrada, poco fuori da Beirut. Grazie alle indagini e ad alcuni filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza poste nei luoghi in cui l'uomo è stato visto in compagnia di Rebecca, gli inquirenti hanno incastrato l'assassino, che ha finito per confessare l'omicidio.

"Era bella, indossava una gonna corta", avrebbe dichiarato l'uomo, secondo il Mail Online. "Ho pensato che sarebbe stato facile violentarla, visto che era straniera", avrebbe aggiunto il ventinovenne. Il delitto sarebbe avvenuto lo scorso 16 dicembre e l'autista di Uber è stato arrestato dalle forze dell'ordine due giorni dopo. Nel suo profilo Facebook Tarek, residente in un quartiere periferico di Beirut, viene ritratto in moltissime fotografie con superalcolici e armi, in posa davanti alla macchina fotografica. "Se è colpevole deve stare in prigione", ha commentato in lacrime la madre, Um Hassen.

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