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“Lezione d’amore”. Il commosso addio di Berlusconi a Francesco, morto per salvare il fratellino

Lettera al Giornale indirizzata ai genitori che a Messina hanno perso due figli: “Non credo possa esistere nella vita umana un dolore più profondo … siate fieri di averlo avuto con voi”. Berlusconi auspica che la scuola media che Francesco frequentava sia a lui intitolata.
A cura di Biagio Chiariello
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“Il gesto di Francesco è il simbolo di quest’Italia, e non dev'essere dimenticato: mi auguro che la scuola media da lui frequentata sia dedicata al suo nome, e che la sua storia venga raccontata in tutte le scuole d’Italia”. Sono le parole di Silvio Berlusconi, pubblicate dal quotidiano Il Giornale, a proposito di Francesco Filippo Messina, il bambino morto qualche giorno fa nell’incendio della propria casa a Messina, nel disperato tentativo di mettere in salvo il fratellino Raniero.

"Non credo possa esistere nella vita umana un dolore più profondo" scrive il leader di Forza Italia rivolgendosi ai genitori, che sono riusciti miracolosamente a salvarsi, insieme a due dei loro quattro figli. "A loro posso dire solo una cosa: di essere fieri di aver avuto un figlio come Francesco, dell'educazione che gli hanno dato, dei valori che hanno saputo trasmettergli. Questo non lenirà il dolore del papà e della mamma, ma devono sapere che Francesco non è morto invano, anche se non è riuscito a salvare il fratello: il suo sacrificio ricorda a tutti noi, in qualsiasi età della vita, che esistono valori e sentimenti profondi, irrinunciabili, assoluti, che proprio per questo vanno al di là della vita stessa. In una società che ci appare dominata dall'egoismo, dall'indifferenza, dalla disonestà, dalla sopraffazione, un gesto di un bambino ci dimostra che esiste un'altra Italia, fatta di generosità, di solidarietà, di coraggio, di spirito di sacrificio, e soprattutto amore".

Parole che la parlamentare di Forza Italia, Michaela Biancofiore, definisce di “un grande cuore in campo, indispensabile a squarciare il cinismo della politica perlopiù concentrata su scandali e insulti reciproci, mentre il Paese reale fa i conti con le mille difficoltà e tragedie quotidiane" e propone che “in tutti i capoluoghi italiani, a partire dalla mia regione il Trentino Alto Adige, si intitoli una strada alla memoria dell’eroismo del piccolo Francesco”

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