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Legge di Stabilità, la Camera dice sì a fiducia e legge

La Camera approva la Manovra con 258 sì, 103 no e 3 astenuti: il testo con le modifiche passa al Senato.
A cura di Antonio Palma
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Ore 22.25 – La Camera ha approvato la legge di stabilità. A favore della legge hanno votato 258 deputati, contro 103, 3 si sono astenuti. Domani l'Aula di Montecitorio voterà gli altri due documenti di Bilancio: il ddl di Bilancio e la Nota di variazione. I testi passeranno poi al Senato che da lunedì li esaminerà per il sì definitivo.

Ore 14.00 – Con 350 favorevoli, 196 contrari, un astenuto, 82 assenti il governo ottiene la fiducia della Camera sulla legge di stabilità.

Ore 12:15 – La bocciatura del Movimento 5 Stelle è affidata alla deputata Laura Castelli. Nel suo lungo intervento la parlamentare attacca a tutto campo il Governo, ricordando la crisi economica, le proteste nelle piazze italiane e le condizioni disperate in cui versano le famiglie colpite più duramente dalla crisi. Un intervento polemico che raggiunge il suo apice quando affronta la questione del lobbismo, con il richiamo alle "indecenti marchette" denunciate dal Movimento 5 Stelle in questi giorni.

Ore 12:00 – In Aula l'intervento di Mara Carfagna, per il gruppo di Forza Italia. La parlamentare campana stronca la legge di stabilità, bollando come "mediocre" l'azione di Governo, che va in una "direzione di marcia sbagliata", dopo aver "tradito l'impegno con il Paese e scontentato le parti sociali ed i settori produttivi". Scontato dunque il no di Forza Italia alla fiducia al Governo Letta. Poco prima anche Gennaro Migliore, di Sinistra Ecologia e Libertà, aveva stroncato il provvedimento, mettendo sul tavolo l'assenza di ricette per favorire la ripresa dell'occupazione e la stabilità delle famiglie italiane. Di parere opposto invece Barbara Saltamartini del Nuovo Centro Destra, che ha sottolineato l'inversione di tendenza del provvedimento: "Per la prima volta gli italiani non dovranno pagare nuove tasse ed il carico fiscale comincia a diminuire".

Ore 11:00 – Si susseguono gli interventi sulla questione di fiducia posta sulla legge di stabilità. In generale gli orientamenti e le riserve sono le stesse espresse negli ultimi giorni, dopo la frettolosa approvazione dell'unico articolo al Senato della Repubblica: rammarico per la decisione di porre la fiducia, limiti di un provvedimento "che non rappresenta una scossa per l'economia" e polemiche su alcune scelte specifiche.

Voto di fiducia oggi alla Camera dei deputati sul testo della Legge di stabilità così come approvato dalle commissioni parlamentari di Montecitorio. La decisione di porre la questione di fiducia da parte del  governo è stata annunciata ieri dal Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. LA scelta è arrivata al termine di un lungo braccio di ferro con le opposizioni che avevano accusato l'Esecutivo di "marchette e schifezze" nella legge e presentato un valanga di emendamenti in Aula. Il programma della giornata a Montecitorio prevede l'inizio della discussione sul disegno di legge concernente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)" per le ore 10.30. Dopo la discussione generale ci saranno le dichiarazioni di voto e infine il voto vero e proprio a partire dalle ore 12.10. Ad ogni modo dopo la blindatura del provvedimento non ci dovrebbero essere molte sorprese per il voto di fiducia. La legge di stabilità dopo l'approvazione della Camera passerà al Senato dove la discussione è prevista per lunedì 23 dalle ore 15.

Intanto contro la legge di stabilità si sono schierati i sindaci d'Italia rappresentati dall'Anci. Il presidente dell'associazione dei comuni, il sindaco di Torino Piero Fassino, ha espresso "profonda contrarietà alla legge di stabilità" che impone nuovi tagli alle risorse degli enti locali e, in attesa di risposte da parte del governo, ha annunciato che i sindaci  hanno deciso di sospendere la loro partecipazione alla conferenza unificata con il governo e alle altre sedi di concertazione istituzionali. L'Anci con l'appoggio anche del neosegretario Pd Renzi ha annunciato di esser pronta a intraprendere le vie legali. "Un diniego delle richieste non potrebbe che provocare una esplicita conflittualità tra Comuni e Stato e solleciterebbe i Comuni a far valere in ogni sede, anche di giustizia, le proprie legittime ragioni, a partire dai crediti insoluti che i Comuni vantano nei confronti dello Stato" hanno spiegato dall'associazione dei comuni.

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