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Legge di Bilancio, per i precari del Cnr mancano le risorse: “Vergogna!”

I ricercatori del Cnr, attraverso una lettera dal titolo “Vergogna!”, denunciano l’assenza di fondi destinati alla loro stabilizzazione: nella legge di Bilancio non ci sono le risorse promesse, che avrebbero dovuto consentire la regolarizzazione di 4mila contratti dell’Ente. In Italia i precari sono 10mila.
A cura di Annalisa Cangemi
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I precari della ricerca hanno aspettato la legge di Bilancio con manifestazioni e sit-in, ma non sono riusciti a evitare il peggio. Nella manovra dovevano esserci le risorse per la stabilizzazione, promessa dal decreto legislativo Madia 75/2017, che avrebbe permesso la regolarizzazione dei contratti: ma queste misure non sono contenute nella legge.

E così i Precari Uniti Cnr hanno pubblicato una lettera, dal titolo "Vergogna!", in cui si denuncia il disinteresse del Governo, nonostante ci fossero state delle aperture e delle rassicurazioni da parte del ministro Madia nei mesi scorsi. In particolare i ricercatori precari si scagliano contro il presidente del Cnr Massimo Inguscio, al quale lo scorso 20 giugno avevano chiesto di formalizzare "In un documento ufficiale che i ricercatori che in questi anni hanno collaborato con l'ente sono considerati personale strategico, per assicurare l'attività dell'Ente". 

Solo il personale precario del Cnr ammonta a 4mila unità, e i lavoratori chiedono che nella legge vengano vincolati dei fondi ad hoc. In Italia i precari negli istituti di ricerca sono 10mila: sarebbero solo in 300 a venire assunti negli enti pubblici di ricerca (epr), secondo questa la legge di Bilancio.

Il testo della lettera scritta dai Precari Uniti CNR

Il documento è un "j'accuse" indirizzato al ministro Fedeli, e si articola in quattro punti: "Vergogna: per il presidente CNR che non ci sostiene in nessuna platea pubblica né istituzionale, senza dare alcun seguito alle parole pronunciate in occasione della assemblea del 20 giugno; Vergogna: per la ministra Fedeli che glissa sulla emergenza precariato nel suo principale Ente di Ricerca; Vergogna: per la nostra situazione di precari a vita, fuori da ogni regola europea, che ci impedisce di guardarci allo specchio con serenità; Vergogna: per un Governo che pensa di poter fare a meno di un grande Ente pubblico di Ricerca efficiente, non comprendendo che la presenza di un precariato cronicizzato è un cancro per il Paese. Ma anche orgoglio: per quanto riusciamo ogni giorno a produrre nonostante questa paradossale situazione, al fianco di tutti i colleghi "stabili".

L'appello di Possibile

Anche il deputato di Possibile, Luca Pastorino ha sollevato il problema, sottolineando che nella legge di Bilancio la situazione dei precari è stata ignorata ancora una volta: "La legge di Bilancio, definita snella dal presidente del Consiglio Gentiloni, è più che altro invisibile, visto che non esiste un testo, ma solo una serie di titoli. E, anche dagli slogan non c'è una parola per i precari che operano negli enti pubblici di ricerca, tra cui il Cnr, e gli Irccs, tra cui ad esempio il Gaslini di Genova" – ha detto Pastorino – "Faccio appello al Governo e a tutte le forze politiche affinché si possa procedere alla stabilizzazione di tutti i precari della ricerca, e fare in modo che venga applicata la Madia, indiiduando le risorse necessarie in questa legge di Bilancio".

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