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Legalizzazione, la proposta di Civati: “Facciamo una fiera della cannabis come il Vinitaly”

Pippo Civati di Possibile lancia una proposta: una fiera della Cannabis, depenalizzata e legalizzata, come avviene per il vino, per poter sfruttare un evento di richiamo internazionale come vetrina per i territori: “Succede negli Usa, e succede in Europa, tra Olanda e Portogallo. Ma l’argomento è completamente sparito dal dibattito pubblico italiano”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Se un'eccellenza come il vino può diventare un volano per l'economia perché non metterlo in vetrina? Questa è la strategia alla base del Vinitaly, che ha concluso da poco la sua cinquantaduesima edizione, registrando 128mila presenze da 143 Paesi, un successo. E se il vino può essere esposto e fruito in una fiera come quella di Verona, cosa succederebbe provando a mettere in campo un'iniziativa simile, ma con la cannabis?

Se lo è domandato Pippo Civati di Possibile, che in modo provocatorio ha scritto sul suo blog: "Immaginate che cosa sarebbe se, per via di un approccio proibizionistico collegato alla grande dannosità dell’alcol, la fiera fosse sospesa, i produttori consegnati alla giustizia, la filiera interrotta e costretta alla clandestinità. I politici in visita additati come sovvertitori dell’ordine costituito". Certo lo scenario ci appare improbabile. Il nocciolo è tutto qui, non sarebbe una prospettiva così assurda, visto che quanto adesso viene solo fantasiosamente evocato in realtà è già accaduto nella storia recente degli Usa, tanto per fare un esempio.

Le istituzioni, legalizzando la cannabis potrebbero organizzare eventi espositivi e non solo, con spazi dedicati alla ricerca scientifica, alle soluzioni terapeutiche, alla ricerca del prodotto di qualità, a campagne informative sul consumo consapevole, corredati da report e indagini sull’evoluzione del mercato. Cosa che già avviene in altri Paesi, dove la cannabis è diventata un business. E l'Italia non sarebbe da meno, visto che il sommerso è già una fonte di guadagno incalcolabile. Ed è la stessa Direzione Distrettuale Antimafia ad indicare una via, dal momento che anni di proibizionismo non sono mai riusciti a contenere il fenomeno. L'Istat ha calcolato che nel 2013 un italiano su 10 ha consumato cannabis, per un totale di 6 milioni di consumatori, mentre restringendo lo sguardo ai più giovani, nella fascia tra 15 e 34 anni, l'Italia risulta essere il secondo Paese che consuma più cannabis in Europa.

"Immaginate la pubblicità – prosegue Civati –  il ritorno di un prodotto per cui l’Italia era leader mondiale, diffuso in tutto il territorio nazionale. La canapa che unisce il paese. Il filo – di canapa, ovvio – che attraversa le nostre province, che unisce passato e futuro, tra la riscoperta di antiche modalità di coltivazione e la tecnologia che tiene sotto controllo il prodotto e la sua qualità. Sta succedendo, in altri paesi, tra depenalizzazione e legalizzazione vera e propria. Succede negli Usa, e succede in Europa, tra Olanda e Portogallo. Ma l'argomento è completamente sparito dal dibattito pubblico italiano. Del resto il risultato delle elezioni dice che hanno vinto sia i nemici sia i fautori della legalizzazione. Solo che i primi tengono la propria posizione, i secondi non ne parlano più". 

Civati si riferisce a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio. Il leader della Lega ha dichiarato in più occasioni che sarebbe "per la legalizzazione e la regolamentazione della prostituzione, perché fino a prova contraria il sesso non fa male, la cannabis sì". Mentre il leader pentastellato, Alessandro Di BattistaPaola Taverna, Carla Ruocco, e lo stesso presidente della Camera Roberto Fico, hanno firmato la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis di Benedetto Della Vedova, con un testo depositato il 16 luglio 2015. Dal testo era stata però stralciata la parte riguardante la liberalizzazione ed è rimasta solo quella riguardante l'uso terapeutico. La proposta prevedeva che i maggiorenni potessero detenere una piccola quantità per uso ricreativo, 15 grammi a casa, 5 grammi fuori casa. Veniva consentita l'auto-coltivazione a casa fino a 5 piante, a patto che non fossero destinate alla vendita. Vietato il consumo all'aperto, ma apertura ai cannabis social club. Consentita anche la vendita: previa apposita licenza.

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