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Lecce, pranzo a base di funghi velenosi: 9 persone finiscono in ospedale

Nove persone, tutte componenti di uno stesso nucleo familiare, sono state soccorse all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dopo un pranzo durante il quale avevano mangiato dei funghi. Un’altra persona è stata ricoverata sempre dopo aver mangiato funghi all’ospedale di Copertino. Il comunicato dell’Asl di Lecce.
A cura di Susanna Picone
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Il pranzo della festa si è concluso in ospedale per una famiglia che, tra le varie pietanze, aveva mangiato dei funghi. Nove persone, tutte componenti dello stesso nucleo familiare, sono state soccorse dai sanitari del pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce. Tutti, appunto, erano rimasti intossicati dai funghi che avevano mangiato nel corso del pranzo del primo novembre. Sempre nel Salento, anche un’altra donna è stata portata, con sintomi ancor più severi, all’ospedale di Copertino. Come la famiglia di Lecce, aveva mangiato dei funghi evidentemente velenosi. A dare notizia dei due diversi casi è la Asl di Lecce che invita i cittadini a non fidarsi dei funghi senza che vi sia stato un controllo preventivo, sia che si tratti di prodotti raccolti durante una scampagnata, sia che siano stati acquistati da venditori ambulanti, e quindi sprovvisti di necessarie certificazioni.

Quali sono i funghi consumati dalle persone rimaste intossicate – Fortunatamente le condizioni di tutte le persone che hanno fatto ricorso ai sanitari non destano preoccupazioni. Da quanto emerso, per i componenti della famiglia di Lecce il responsabile dei malori è stato il Boletus Pulchrotinctus, fungo non commestibile e a tossicità incostante. L’altra donna invece, quella ricoverata a Copertino, aveva mangiato l'Inocybe, un fungo tossico e ritenuto responsabile della Sindrome Muscarinica (disturbi gastrointestinali, dispnea, disturbi respiratori di tipo asmatico, disturbi visivi, tremori, ipotensione arteriosa ecc.). Secondo quanto reso noto dall’Asl di Lecce, i sanitari hanno lavorato in perfetta sintonia con i micologi del CCM ASL Lecce (diretto dal dottor Roberto Carlà) e con il Centro Antiveleni regionale, subito allertati, per cui è stato possibile in tempi rapidi individuare il genere e la specie dei funghi e quindi elaborare la diagnosi e l'idonea terapia per i diversi casi.

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