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Lecce, lacrime ai funerali dello chef Alessandro Nocco: “Voleva adottare un bambino”

A Taviano (Lecce) i funerali di Alessandro Nocco, il cuoco 42enne morto in un incidente stradale mentre stava andando a lavoro. Due anni fa era sopravvissuto a un altro grave incidente. In un commovente post i colleghi lo hanno ricordato e ringraziato anche per il lavoro fatto con giovani provenienti dall’Africa.
A cura di Susanna Picone
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Sono stati celebrati martedì pomeriggio nella chiesa di San Martino a Taviano (Lecce) i funerali di Alessandro Nocco, lo chef salentino quarantaduenne morto in un tragico incidente stradale lunedì mattina. Secondo quanto emerso dagli esami eseguiti sul cadavere, il cuoco è deceduto a causa della ferita alla testa provocatagli dal violento impatto della sua Smart contro una cappella votiva dedicata a Santa Lucia e ubicata a pochi metri dalla sede stradale sulla provinciale Taviano-Alezio. La sua morte – Nocco era molto conosciuto e apprezzato dai colleghi – ha scosso l'intera cittadina. Lunedì mattina Alessandro Nocco stava andando al lavoro quando, stando alla ricostruzione compiuta dai carabinieri della stazione di Taviano, ha perso il controllo del mezzo, forse a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia. Nocco è morto praticamente sul colpo: ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile.

Il ricordo dei colleghi – Un commosso post è apparso anche sulla pagina Facebook della struttura ricettiva di Gallipoli “Caroli Hotels”, dove lo chef lavorava e che subito aveva dato la tragica notizia. “A nome mio e dei collaboratori aziendali tutti di Caroli Hotels ho l’onere di tratteggiare le indiscutibili qualità del nostro caro amico Alessandro. Non era solo un vero chef, era molto di più. In questa mesta circostanza sarebbero molti gli accadimenti che avrei voluto ricordare di te”, si legge nel post firmato da Attilio Caputo. Nocco – si legge su Facebook – aveva iniziato a lavorare da giovanissimo nel mondo della rosticceria e da dieci anni governava le cucine del Bellavista Club, “stimato dai colleghi cuochi delle altre strutture e invidiato per l’impareggiabile panorama della cucina a vista del ristorante”. E ancora si legge: “Quanto amore e passione per i fornelli, al pari del desiderio di regalare una maternità, sino a voler percorrere la strada dell’adozione di cui mi confidava orgoglioso i passi in avanti man mano che procedeva con le procedure legali”. Caroli Hotels nel suo post ha ricordato e ringraziato lo chef anche per aver insegnato prime nozioni di cucina a tanti ragazzi provenienti dal Senegal, dal Camerun, dal Bangladesh, da Sri Lanka, dalla Guinea Bisseau, dalla Costa d’Avorio, dal Marocco, dal Ghana, dal Mali, dalla Nigeria: “Porta nel cielo la tua divisa da chef e prepara una ricetta speciale con tutte le spezie del tuo meraviglioso cuore”.

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