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Lecce, incredibile ritrovamento: balena bianca di 10 metri spiaggiata sulla costa di Porto Selvaggio

Un’apparizione inaspettata quella nelle acque mosse di Porto Selvaggio. Non è stato possibile stabilire le cause del decesso dell’enorme capodoglio, viste le condizioni meteomarine.
A cura di Biagio Chiariello
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Non credevano ai loro occhi gli uomini della Guardia Costiera della capitaneria di Porto di Gallipoli quando sono stati chiamati per identificare e recuperare la carcassa rinvenuta tra le acque di Porto Selvaggio, in provincia di Lecce: un  esemplare della leggendaria balena bianca, individuata tra le onde nella giornata di venerdì 15 dicembre nella baia di Torre Uluzzo. L'avvistamento è stato effettuato dagli operatori dell'area marina protetta, attirati dalla massiccia presenza di gabbiani nella zona, che hanno subito allertato le autorità competenti. L'esemplare, lungo circa dieci metri, si trovava nei pressi della torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò  in balia delle forti correnti, che negli ultimi giorni hanno agitato in mar Ionio.

E non a caso le condizioni meteomarine non hanno consentito il recupero della balena e dunque è impossibile, al momento, ipotizzare le cause del decesso del ‘Physter macrocephalus’, il più grosso mammifero munito di denti. Un animale decisamente raro da queste parti.  “Autorevoli studi scientifici, infatti, affermano che al 99% le cause dello spiaggiamento sono attribuibili ad attività umane, come l'inquinamento chimico o elettromagnetico, anche perché questi animali sono particolarmente sensibili alle interferenze dei sonar delle imbarcazioni” dice Giovanni D'Agata, dello Sportello dei diritti di Lecce, che sollecita la procura competente al recupero della carcassa proprio con l’obiettivo di indagare sui motivi del decesso. L'ipotesi di D'Agata è che possa essere alle attività di mappatura geologica effettuate in qualche parte non troppo lontana del Mediterraneo, “con prospezioni sismiche a mezzo di air gun, le cui onde sonore provocano il disorientamento degli animali a insospettire più di qualcuno tra gli addetti ai lavori e in particolare chi ha a cuore l’ecosistema del Mediterraneo”.

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