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Leader mondiali spiati al G20 del 2009 a Londra

La rivelazione del quotidiano britannico Guardian che cita documenti top secret svelati dall’ex tecnico dei servizi segreti Usa Edward Snowden. La notizia a poche ore dal summit del G8 in programma in Irlanda del Nord.
A cura di Antonio Palma
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Leader stranieri intercettati e ascoltati al telefono e i loro computer messi sotto controllo durante il vertice internazionale del G20 del 2009 a Londra. La notizia arriva dal quotidiano britannico Guardian a poche ore dall'inizio di un altro vertice mondiale sempre nel Regno Unito, il G8 in Irlanda del Nord. La rivelazione sarebbe contenuta nei documenti diffusi da Edward Snowden, l'ex tecnico dei servizi di sicurezza americani che ha svelato anche il piano segreto di sorveglianza Prism scatenando le polemiche negli Stati uniti. Se la rivelazione risultasse vera si tratterebbe di un nuovo scandalo per i servizi segreti di Sua Maestà ma anche per quelli statunitensi dopo il caso scoppiato in patria. Sempre secondo il Guardian infatti a spiare i vari capi di stato dei paesi partecipanti al summit era il Gchq, il servizio di intelligence di Londra nell'ambito delle comunicazioni, che era appoggiato però anche dalla Nsa americana che in particolare concentrava le sue attenzioni sul leader russo Medvedev.

Attività di spionaggio sistematica – Secondo il Guardian che cita sempre le fonti di Snowden, l'attività di spionaggio era tutt'altro che casuale e sporadica, ma faceva parte di un sistema ben congeniato e su larga scala che metteva sotto controllo sistematicamente tutte le delegazioni che partecipavano al G20 anche se per qualche Paese le attenzioni erano più particolari. Il sistema di controllo gestito dal Government Communications Headquarters britannico con l'aiuto di alcuni agenti della National security agency americana si serviva anche di Internet point truccati con software spia oltre a microspie per catturare conversazioni. L'opera di spionaggio avrebbe riguardato non solo il vertice dei capi di stato che si svolse in aprile ma anche  quello dei ministri delle Finanze che si svolse a settembre. Secondo il Guardian l'autorizzazione allo spionaggio sarebbe arrivata direttamente dal governo britannico allora guidato dal primo ministro Gordon Brown. Il ministero degli Esteri britannico si è rifiutato di commentare la notizia ma la rivelazione rischia di influire pesantemente sull'incontro in programma oggi  tra l'attuale premier britannico David Cameron e il presidente russo Vladimir Putin

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