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Le donne in politica? Per il governo sono buone solo a reggere gli ombrelli

Una fotografia, un pugno nello stomaco: sul palco 13 persone, sette uomini e sei donne. I primi impegnati a discutere di politica, le seconde presenti solo e unicamente allo scopo di reggere gli ombrelli per proteggere i politici da pioggia, al mattino, e dal sole, al pomeriggio. Se le immagini contano più delle parole, la foto scattata ieri a Fonderia Abruzzo alla presenza del governatore della Regione e del ministro De Vincenti non lascia adito a dubbi rispetto alla considerazione che, ancora oggi, gli uomini nutrono nei confronti delle donne in certi ambiti professionali, ma spesso anche nella vita di tutti i giorni.
A cura di Charlotte Matteini
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Sul palco tredici persone: sette uomini e sei donne. I maschi discettano amabilmente di politica, le femmine, invece, proteggono con degli ombrelli i relatori del convegno dalla pioggia, al mattino, e poi dal sole, al pomeriggio. Un'immagine che è un vero e proprio pugno nello stomaco, quella scattata domenica 2 luglio all'evento Fonderia Abruzzo ad Abbazia di Sulmona, organizzato dal governatore della Regione, Luciano D'Alfonso, per discutere di idee per lo sviluppo assieme al ministro per la Coesione Territoriale Claudio De Vincenti, presente nella fotografia della discordia. Si parla sempre molto di parità di genere, progressismo, diritti delle donne, quote rosa, ma alla resa dei conti, poi, quando ci si scontra con la nuda e cruda realtà, la donna rimane ai margini del dibattito politico e viene impiegata, come fosse una sottospecie di soprammobile, per reggere l'ombrello ai maschi impegnati a fare cose serie. Cerco di immaginarmi la scenetta, il prologo che ha portato a decidere di mandare sul palco le ombrellline:

-Piove, i politici si bagneranno i vestiti. Cosa facciamo?

-Idea! Mandiamo qualcuno con degli ombrelli, così li proteggiamo!

-Sì, dai, mandiamo qualcuna delle nostre volontarie, così loro possono continuare a discutere senza problemi".

Me la immagino così, la conversazione che ha portato a questa infausta scelta. E se ci fossero stati degli uomini al posto delle sei volontarie? Poco sarebbe cambiato, la richiesta sarebbe stata allo stesso modo aberrante, medievale. Quello che però si nota, guardando la foto, è che tra i tanti volontari, uomini e donne, in forza all'organizzazione dell'evento, non è stato scelto, o non si è proposto, alcun uomo. Il colpo d'occhio lascia piuttosto sbigottiti: da un lato il consesso di uomini che discute di politica, dall'altra le ragazze e donne che salgono sul palco solo e unicamente allo scopo di tenere in mano quegli ombrelli. Che, per caso, i sette uomini non hanno a disposizione delle braccia per tenersi l'ombrello da soli? Non era possibile prevedere il disagio metereologico e provvedere a ordinare una banalissimo gazebo? Troppo difficile, probabilmente, meglio chiedere a qualche giovane donzella un favore.

Quelle donne, sì, e ci tengo a sottolinearlo, sono tutte volontarie. Nessuna di loro è stata costretta a tenere l'ombrello contro la propria volontà, ma hanno tutte risposto favorevolmente a una richiesta. Il problema, però, è proprio l'aver accettato la proposta, un atteggiamento le rende complici. Inutile parlare pubblicamente di parità di genere e diritti delle donne quando poi, nelle banali azioni quotidiane, dimostriamo, magari anche inconsciamente, di considerare la donna inferiore, adatta non a discutere di temi importanti, ma a fare da soprammobile.

A margine delle polemiche, il portavoce del governatore della Regione Abruzzo ha dichiarato di non capire per quale motivo fosse scoppiata tal polemica, bollandola come strumentale e fugando così ogni dubbio sul fatto che, appunto, questo tipo di tema ancora oggi, nel 2017, non viene affrontato in maniera pragmatica, ma anzi viene ritenuta una boutade di contorno. Un conto solo le dichiarazioni in sede di campagna elettorale, un altro conto solo le azioni, che tradiscono il latente maschilismo su cui si fonda, ancora oggi, la società italiana. Le immagini, spesso, contano più delle parole e in questo caso descrivono in maniera lampante quanto, al di là dei proclami elettorali, le donne siano, ancora oggi, considerate un mero contorno e raramente allo stesso livello.

"Il presunto ‘caso degli ombrelli' accaduto a Fonderia Abruzzo è davvero una non-notizia, una boutade estiva giustificabile solo da una domenica senza la possibilità di andare in spiaggia. Nel dettaglio: durante due dei dibattiti svoltisi ieri alla Badia celestiniana di Sulmona, nel corso di Fonderia Abruzzo 2017, è stato necessario l’improvviso utilizzo di ombrelli per riparare i relatori dalla pioggia (al mattino) e dal sole (nel pomeriggio) poiché il palco era scoperto. Non appena si è verificata l’emergenza, alcuni volontari dotati di ombrello si sono attivati autonomamente. Giampiero Leombroni ha provato a coprire il ministro De Vincenti – presente al dibattito del mattino – con i fogli di un giornale locale ma non sono stati resistenti. Nell’apprendere di queste polemiche, per la prossima edizione di Fonderia Abruzzo D’Alfonso ha ironicamente pensato ad un capitolato d’appalto nel quale sia prevista una voce riguardante i portatori di ombrelli in caso di sole e di pioggia, tutti rigorosamente di sesso maschile, magari capitanàti da Leombroni. Il Presidente ha anche confidato: ‘Disponevo di un cappuccio nella giacca ma non l'ho usato per non passare per affiliato alla massoneria'. Scherzi a parte, la natura strumentale di questa polemica è lampante. I commenti di chi ha visto in questa vicenda un affronto alla parità di genere sono davvero fuori luogo o comunque frutto di disinformazione. Per il resto, c’è chi si attacca ad un ombrello pur di avere un po’ di visibilità mediatica".

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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