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Lavoro, l’Inps conferma: boom di contratti a tempo indeterminato

Molto positivi i dati del primo semestre del 2015 per quel che concerne i contratti a tempo indeterminato. Crescono anche i voucher: sono 50 milioni quelli venduti.
A cura di Redazione
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Nel giorno in cui l’Ocse conferma il consolidamento della crescita in Italia (e in generale nell’Eurozona), arrivano ottime notizie anche dal versante occupazionale. L’osservatorio sul precariato dell’Inps ha infatti diffuso i dati relativi agli avviamenti e alle cessazioni dei rapporti di lavoro per il primo semestre del 2015, evidenziando il deciso aumento del numero di nuovi rapporti di lavoro. Nel primo semestre del 2015 è aumentato di oltre 250mila unità, rispetto al corrispondente periodo del 2014, il numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili i contratti a termine, con una leggera diminuzione (11,500) i contratti di apprendistato.

Complessivamente “la variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 2.815.242 e 2.177.002, è di 638.240; nello stesso periodo dell’anno precedente è invece stata di 393.658”. Il report dell’Inps spiega nel dettaglio dove e come si è concentrato l’aumento:

Nei primi sei mesi del 2015 le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato stipulate in Italia, rilevate da Inps, sono state 952.359, il 36,0% in più rispetto all'analogo periodo del 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono state 331.917 (l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 è del 30,6%). Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/ variati è passata dal 33,6% dei primi sei mesi del 2014 al 40,8% dei primi sei mesi del 2015. L'incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale in Friuli-Venezia Giulia (+82,9%), in Umbria (+67,0%), nelle Marche (+55,5%), nel Trentino-Alto-Adige (+54,3%), in Emilia-Romagna (+52,6%), in Piemonte (+52,0%), in Liguria (+47,6%), in Veneto (+45,9%), in Lombardia (+41,3%), nel Lazio (+41,0%), in Sardegna (+40,0%) e in Toscana (+38,6%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+12,1%), Puglia (+18,8%) e Abruzzo (+19,4%). La distribuzione dei nuovi rapporti di lavoro per qualifica presenta, nel periodo 2015 in esame rispetto al 2014, un leggero aumento della quota di impiegati, che passa dal 22,6% al 23,6%.

Molto interessante anche il riferimento alle retribuzioni, con la diminuzione dei rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori ai mille euro, con l’aumento del 2% dei rapporti che si collocano nelle fasce retributive che vanno da 1.501 a 2.500 euro. Ancora molto alto il numero di voucher da 10 euro acquistato per retribuire le prestazioni di lavoro: sono circa 50 milioni, in aumento del 75% rispetto all’anno precedente.

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