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Lavoro, aumentano le assunzioni ma diminuiscono contratti stabili: boom per i contratti a chiamata

Nei primi otto mesi del 2017 si è assistito a un aumento delle assunzioni, ma di contro la maggior parte risulta essere a tempo determinato e in particolare con l’abolizione dei voucher sono cresciute le attivazioni di contratti di somministrazione e, soprattutto, si è assistito a un vero e proprio boom del lavoro a chiamata.
A cura di Charlotte Matteini
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Il mercato del lavoro appare in miglioramento rispetto al passato. Nel complesso, nei primi otto mesi dell'anno 2017 è sono aumentati i posti di lavoro, ma di contro si conferma il calo delle assunzioni a tempo indeterminato in favore di quelle più precarie e a termine. Gli ultimi dati diffusi dall'Osservatorio dell'Inps registrano in particolare un saldo positivo di 944mila unità tra assunzioni e cessazioni di contratti. Questo stesso dato, attualizzato agli ultimi 12 mesi, vede invece una crescita complessiva pari a 565mila unità. Questa crescita positiva, però, è per lo più determinata dall'attivazione di contratti a tempo determinato, che pesano per 494mila unità sul totale. "Nei primi otto mesi del 2017, nel settore privato si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +944.000, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+704.000) che del 2015 (+805.000). Calcolato su base annua il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Questo saldo annualizzato – vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi – risulta pari a +565.000 (in leggera contrazione rispetto a quello rilevato a luglio: +586.000). Tutte le tipologie contrattuali sono in crescita su base annua: + 17.000 per i contratti a tempo indeterminato, + 53.000 per i contratti di apprendistato (+53.000), + 45.000 per i contratti stagionali e, soprattutto, + 494.000 per i contratti a tempo determinato.", si legge nel rapporto.

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"Aumenta il turnover dei posti di lavoro grazie soprattutto alla forte crescita delle assunzioni (nei mesi di gennaio-agosto 2017 sono risultate 4.598.000, in aumento del 19,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Crescono anche le cessazioni (3.654.000, +15,9% rispetto all’anno precedente) ma meno delle assunzioni. Alla crescita delle assunzioni, il maggior contributo è dato dai contratti a tempo determinato (+26,3%) e dall’apprendistato (+25,9%) mentre sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-3,5%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time)", prosegue il rapporto, evidenziando nuovamente che il maggior numero di assunzioni nell'ultimo anno dipendendo dall'attivazione di contratti a tempo determinato mentre si assiste a una flessione per i contratti più stabili.

L'Osservatorio dell'Inps, inoltre, evidenzia un maggiore ricorso ai contratti di somministrazione, presumibilmente utilizzati dalle imprese come sostitutivi dei vecchi voucher cancellati lo scorso marzo dal governo, ma soprattutto dei contratti a chiamata (+129,5%): "Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+19,2%) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre all’arco temporale gennaio-agosto, sono passati da 121.000 (2016) a 278.000 (2017), con un incremento del 129,5%. Questo significativo aumento – come, in parte, anche quello dei contratti di somministrazione e dei contratti a termine – può essere posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, a partire da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale".

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"Per effetto di questi andamenti si registra un’ulteriore compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (24% nei primi otto mesi del 2017): nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, era stato raggiunto il valore di 38,4%. Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato – ivi incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti – sono risultate 240.000, con un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2016 (+0,9%)". 

Per quanto riguarda invece i progetti di inserimento lavorativo Garanzia Giovani e Occupazione Sud, Inps registra che "tra gennaio e agosto 2017 sono stati incentivati 36.236 rapporti di lavoro nell’ambito del Programma Garanzia Giovani e 75.957 rapporti di lavoro (60.129 assunzioni e 15.828 trasformazioni) nell’ambito della misura Occupazione Sud". 

Infine, capitolo licenziamenti: l'Osservatorio Inps sul precariato spiega che l'aumento delle cessazioni è dovuto principalmente ai rapporti a termine (+23,9%) mentre le cessazioni relative ai contratti a tempo indeterminato sono invece stabili e in linea con i valori dello scorso anno. Scendendo più nel dettaglio, sono aumentati i licenziamenti disciplinari nelle aziende con oltre 15 dipendenti, quelle interessate dal superamento dell'articolo 18 (+17,19%): "Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato compresi gli apprendisti, è risultato per i primi otto mesi del 2017 pari al 3,4%, in lieve riduzione rispetto a quello registrato per lo stesso periodo del 2016 (3,5%)".

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