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Landini non farà un partito (per adesso)

Maurizio Landini prova a fare chiarezza: “Il sindacato non deve essere un partito e io non voglio uscire dal sindacato”.
A cura di Redazione
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Come vi abbiamo raccontato, nella giornata di ieri la Fiom ha tenuto una “riunione” in cui si è sostanzialmente dato il via ad una “coalizione sociale” che intende restare fuori dalle istituzioni, ma fare politica “nel Paese e per difendere i diritti di tutti”. Insomma, una sorta di patto fra associazioni (alla riunione di Roma c’erano Arci, Articolo 21, Libera, Emergency), attori politici (parlamentari ed amministratori), pezzi dei sindacati e cittadini “chiamati a raccolta” dal leader della Fiom. Il quale oggi, ospite di Lucia Annunziata, nella trasmissione di RaiTre In Mezz’Ora, ha ribadito che non intende in alcun modo fondare un partito o un movimento che si propone di fare politica “in modo tradizionale”. “Il sindacato non deve essere un partito, io non voglio fare un partito né uscire dal sindacato”, ha spiegato, lasciando però intendere che la battaglia interna alla Cgil è tutt’altro che archiviata: “Il punto è che il sindacato deve essere soggetto politico, potere avere un progetto, poter discutere alla pari, avere una rappresentanza; c’è un problema di riforma anche della Cgil, quello che sta accadendo cambia tutto è anche il sindacato deve cambiare o è fuori”.

Per il momento, però, Landini continuerà il lavoro per ampliare la “coalizione sociale”, nella consapevolezza che il racconto del “consenso del Governo Renzi” è viziato da un errore di fondo: “È una balla che questo Governo abbia consenso, perché la maggioranza non va a votare e al Governo interessa solo far votare chi vogliono loro. tanto è vero che si fa votare le cose sempre con la fiducia e lascia una parte del Paese senza rappresentanza”. Dunque, secondo il leader della Fiom c'è spazio per l'alternativa: "Oggi il punto è costruire un progetto di mobilitazione e di azioni ad ogni, livello, dove il lavoro sia centrale, e su questa base dialogare con tutti".

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