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Lanciò il figlio neonato dal balcone: la mamma di Settimo Torinese condannata a 14 anni

È stata condannata a 14 anni di reclusione Valentina Ventura, la mamma 34enne di Settimo Torinese che il 30 maggio di un anno fa gettò il figlio neonato dal terrazzo di casa, dopo averlo partorito in bagno. Il piccolo fu trovato ancora in vita da alcuni addetti della raccolta rifiuti, ma morì qualche ora dopo in ospedale.
A cura di Susanna Picone
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Quattordici anni di reclusione. Questa la sentenza di condanna pronunciata per Valentina Ventura, la donna di trentaquattro anni di Settimo Torinese che il 30 maggio di un anno fa gettò il figlio neonato dal balcone di casa subito dopo averlo partorito in bagno. Il processo si è svolto con rito abbreviato. Il giudice dell'udienza preliminare di Ivrea Marianna Tiseo ha ritenuto la donna colpevole di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela, anche se probabilmente il grado di colpevolezza è stato attenuato dal giudizio del perito del tribunale, Giuseppe Zanalda, secondo il quale l'imputata al momento del fatto era incapace di intendere e di volere. Il bambino, frutto di una relazione extraconiugale, fu ritrovato in strada ancora vivo da alcuni addetti della raccolta rifiuti ma morì in ospedale poche ore dopo per le gravi ferite riportate in diverse parti del corpo. I medici che hanno fatto il possibile per salvarlo lo avevano chiamato Giovanni.

L’avvocato della donna ha annunciato che ricorrerà in appello – La mamma, dopo averlo gettato via, simulò un comportamento normale: accompagnò l’altra figlia di tre anni all’asilo e finse di scoprire in quel momento l’accaduto commentando con i vicini di casa. Solo dopo diverse ore, messa alle strette, confessò di aver partorito quel bambino poi morto. “Sono andata in bagno e il bambino è nato”, aveva raccontato la donna ai carabinieri dicendo di non ricordare il resto: né il taglio del cordone, né il lancio del piccolo dalla finestra. Aveva anche detto che non sapeva di essere incinta. Anche il marito aveva detto di non essersi mai accorto di nulla. L’autopsia confermò comunque che le ferite riportate dal bambino erano compatibili con la caduta dall’alto. Patrizia Mussano, avvocato della donna, ha annunciato che ricorrerà in appello.

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